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Diocesi. Servizio Civile in Caritas, la parola ai protagonisti

Amalia, Annamaria e Luca hanno iniziato, lo scorso 15 gennaio, l'attività di Servizio Civile presso la Caritas diocesana. Cosa si aspettano da questa nuova esperienza ce lo raccontano in poche parole

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Il 15 gennaio è iniziato per tre ragazzi della diocesi di Alife-Caiazzo una nuova ed entusiasmante esperienza: il Servizio Civile presso la Caritas diocesana.
I ragazzi, così come gli altri 28.964 volontari che a livello nazionale hanno iniziato questo percorso, hanno avanti a loro un anno carico di formazione e “cambiamento”.
Questa è la parola che spesso si sente quando si parla di Servizio Civile, in quanto pare si tratti di un’esperienza che, una volta vissuta, porta a una trasformazione interiore.
Il progetto si chiama Ci ascoltiamo Campania e prevede un impegno costante nel centro di ascolto diocesano. I ragazzi si avvicineranno alle problematiche della comunità con orecchio attento e cuore aperto.
Ecco cosa conta: ascoltare non solo con le orecchie, ma soprattutto con il cuore.
Spesso molte persone manifestano problemi economici, ma considerano meno umiliante attirare l’attenzione su altri disagi, magari di livello psicologico, disagi molto più difficili da superare se si è da soli. Queste persone hanno semplicemente bisogno di essere ascoltate, senza critiche e senza preconcetti.

Amalia, Annamaria e Luca sono i protagonisti di questa nuova avventura. A loro la parola.
“Mi chiamo Amalia, ho 27 anni, sono di Castello del Matese e sono laureata in Sicurezza e Qualità Agroalimentare. Questo progetto mi piace perché mi permette, pur nel mio piccolo, di alleviare le sofferenze di persone fragili. Aiutare gli altri vuol dire amarli, e chi dà amore non può che ricevere amore.

“Mi chiamo Annamaria, ho 24 anni, sono di Alife, sono laureata in Scienze Politiche e sto frequentando la magistrale in Scienze e Tecniche delle Pubbliche Amministrazioni.
Questo progetto mi piace perché credo sia bellissimo riuscire ad aiutare persone in difficoltà, anche solo con una buona parola, in fondo “Non di solo pane vivrà l’uomo”.

“Mi chiamo Luca, ho 26 anni, sono di Castello del Matese e sono laureato in Filologia Moderna. Questo progetto mi piace perché credo fortemente nei valori della solidarietà, dell’integrazione, del dialogo e dell’incontro tra persone, nonché nella gestione e soluzione non violenta delle criticità. Il progetto ci permetterà di tradurre questi valori in prassi concreta”.

Annamaria Tartaglia, Amalia Fontana e Luca Di Lello

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