Basta poco a perdere la memoria.
Ad Alife si è trattato di un attimo. Un disappunto? Un cavillo burocratico non affrontato? Peccato!
La comunità locale e gli studenti del territorio, la gente dei comuni limitrofi aveva già manifestato interesse per l’iniziativa Io deportato numero 4791 a cura dell’Associazione Uniti per Alife (nata dall’esperienza politica che oggi fa capo al gruppo di minoranza consiliare) per ricordare la Shoah, proponendo un percorso di storia e di memoria diverso dal solito.
Cornice dell’evento, pensato per questo week end, sarebbe stato il criptoportico romano, scenario ideale per la spaziosità degli ambienti e la suggestiva penombra che lo caratterizza: si sarebbe prestato a scene dal vivo e multimediali raccontando “da vicino” la giornata di un deportato nel campo di concentramento; occasione per concedere nuovamente agli alifani (e non solo) di mettere piede in uno dei più caratteristici monumenti dell’antichità che Alife conserva.
Tutto annullato per i cittadini e le scuole che stamattina avrebbero partecipato.
Dopo l’affissione dei manifesti, dopo la disponibilità a patrocinare la manifestazione da parte del Comune, dopo aver ufficiosamente concesso i locali e aperto le porte del monumento storico dove per due giorni i membri dell’Associazione hanno allestito le scene e a 24 ore dall’inizio della manifestazione, è arrivato il dietro front.
I soci di Uniti per Alife hanno trovato il lucchetto al cancello del criptoportico e fatto i conti con l’irreperibilità degli Amministratori comunali.
“Di questo evento ne abbiamo parlato con l’Amministrazione comunale già dal 16 gennaio e, vista l’enorme disponibilità dimostrata, ci siamo messi a lavoro per organizzare il tutto. Abbiamo presentato la richiesta di autorizzazione in data 22 gennaio (con tanto di protocollo n. 786) certi del mantenimento delle promesse fatte. Mercoledì 23 gennaio abbiamo ricevuto un via libera ufficioso e da questo momento è partita la campagna informativa ed il coinvolgimento delle scuole (anche con l’interessamento di alcuni Assessori e con la disponibilità a dare il patrocinio morale)” Scarica il comunicato e i passaggi della vicenda.
L’ultima autorizzazione, spettante alla Sovrintendenza che esercita le funzioni di tutela del bene, non è arrivata: nelle stanze del Comune, proprietario del bene, forse la burocrazia ha rallentato il passo. E poi nulla da fare; occasione perduta.
Il comunicato dell’Associazione lascia trapelare la delusione per una vicenda chiama in causa la gestione della cosa pubblica.
Occasione mancata che avrebbe rappresentato, per tutti, un momento di cultura, di civiltà, di “ritorno” al presente – oltre che al passato – ripensando ai mali che ancora segnano la storia dell’umanità.
Di fronte all’Olocausto ci si alza in piedi e si resta in silenzio lasciando tuonare il silenzio di quei morti che meritano rispetto oggi e per tutto il tempo che resta da vivere alla famiglia umana. Di fronte all’Olocausto e al suo ricordo si sta uniti.
Si faccia parlare la Storia e non i limiti (talvolta sono proprio limiti) di una politica che nella piccola e circoscritta bagarre di screzi locali agisce di pugno (per farsi notare) nel momento meno opportuno.