Francesca Costantino – Questo libro non ha protagonisti principali: un connubio di storie, tutte importanti, legate da un filo sottile di amore, solidarietà, attesa e disperazione. Sahra è di certo la figura che amalgama tutto. È una bellissima giovane somala, dal sorriso sibillino e luminoso, che vive nel centro di seconda accoglienza di Squillace, un piccolo paese della Calabria affacciato sul mare. Non è sola. Con lei c’è la cognata Faaduma, la nipotina Maryan e naturalmente altri migranti, provenienti soprattutto dall’Africa.
Poi c’è Antonio Cerasa, che nel centro è un trentenne, professore di Italiano. Come molti giovani che decidono di restare nel proprio paese natale per aiutare chi ha più bisogno, anche Antonio, sempre collaborativo e motivato, compie questa scelta e diventa cooperatore del centro d’accoglienza. Alle sue lezioni partecipano sempre molti migranti, forse perché non le concepisce come ammaestramenti ma come occasioni di ascolto e condivisione. Durante una di queste Antonio si accorge che Sahra è assente. Spera di rivederla il giorno successivo e l’altro ancora, ma niente: l’affascinante somala sembra sia sparita nel nulla.
Antonio la cerca disperatamente. Ne è un po’ innamorato, ma la sua grande moralità gli avrebbe imposto di cercare chiunque fosse svanito.
Improvvisandosi investigatore, inizia una serie di ricerche che lo porteranno a ricostruire la meravigliosa storia di amore, dolore e speranza che distingue Sahra e che, allo stesso tempo, accomuna milioni e milioni di migranti, giunti sulle nostre coste. Realtà vere e disumane, fatte di aiuto e sostegno, ma più di tutto di ingiustizie, soprusi, violenze da conoscere per poter condannare e combattere.