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Condividere le conoscenze, moltiplicare le competenze. In Biblioteca si può, parola di Francesca

Da Rende (CS) a Piedimonte Matese per imparare "come si fa" in Biblioteca. Francesca Caruso, laureata in Conservazione dei Beni Culturali, prima di cominciare il suo nuovo lavoro di bibliotecaria a Cosenza ha scelto la Diocesi di Alife-Caiazzo per un aggiornamento professionale

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Luca Di Lello – Se è vero che fare rete è, a ogni livello, sempre il miglior target da seguire, la Biblioteca Diocesana San Tommaso d’Aquino acquista ben più di qualche punto. Ancor di più nel mondo della cultura, che è essenzialmente fatto di dialogo, trasmissione e condivisione di saperi, conservazione dei nostri patrimoni materiali e immateriali.

E così la dottoressa Francesca Caruso fin dalla Calabria è salita a casa nostra.
È stata con noi due settimane, ospitata in Curia, per un percorso di formazione intensiva nel mondo dei libri e delle biblioteche.
Laureata in Conservazione dei beni culturali, ha infatti avuto nella sua Rende (Cosenza) l’incarico di mettere in piedi la Biblioteca provinciale dei Frati minori, dove sono venuti a convergere molti testi e volumi da conservare e che, col lavoro che si accingerà a fare Francesca, saranno presto fruibili all’utenza.

Tutte le competenze che gravitano attorno alla Biblioteca Diocesana San Tommaso d’Aquino (recentemente rinnovata da importanti lavori strutturali) si sono messe subito a disposizione e le hanno subito aperto la “cassetta degli attrezzi” con tutti i ferri del mestiere. Infatti, dopo le prime ed elementari nozioni di biblioteconomia, si è subito messa all’opera col lavoro inventariale, per poi passare alla ricerca bibliografica e alla catalogazione con il supporto dottoresse Fiorella d’Agostino e Iolanda D’Angelo che vantano molta esperienza nel settore.

“All’arrivo a Piedimonte Matese non sapevo cosa aspettarmi ed ero un poco intimorita dal dovermi approcciare con un mondo a me quasi sconosciuto (a parte lo studio durante il periodo universitario e la parentesi della tesi) come quello di una biblioteca”.
Francesca è partita con poco, ma è tornata in Calabria con un buon bagaglio di esperienza umana e professionale.
“La prima impressione, che poi si è andata consolidando col passare dei giorni è stata quella di essere entrata a far parte di una grande famiglia. Tutti, a partire dal vescovo mons. Di Cerbo, passando per le Suore salesie e finendo al direttore Luigi Arrigo mi hanno accolta con gentilezza, amabilità ed estrema disponibilità. Durante il periodo della mia formazione sono stata affiancata da un team di esperti che non si sono risparmiati nel volermi trasmettere il loro sapere facendo i turni in biblioteca nonostante il loro lavoro giornaliero; tutto permeato da un clima di umiltà e collaborazione. Ringrazio veramente tutti per avermi dato quest’opportunità”.

Oltre la catalogazione, ha imparato i criteri ISBD (International Standard Bibliographic Description) indispensabili per le creazioni e l’inserimento di nuove notizie bibliografiche nel Sistema Bibliotecario Nazionale col dottor Daniele Ferraiuolo.
Non è mancato nemmeno un approccio al libro antico con l’esperto dottor Fabio Brandi e nemmeno l’esperienza di mettere le mani nella polvere degli archivi con la nostra valida archivista Claudia Curcio.
Il tutto con la supervisione del direttore della biblioteca Luigi Arrigo che ha provveduto, oltre che a curare l’intero percorso, ad impartirle molte nozioni di storia del libro e delle biblioteche.

La nostra Francesca è rimasta davvero soddisfatta. Non solo per quanto appreso, ma anche per i rapporti umani appena creatisi, per il clima amico subito venutosi a creare. Insomma, una scuola che si fa famiglia. O una famiglia che si fa scuola.
Tante competenze e conoscenze al servizio di un sapere che forse ha senso di esistere solo nella condivisione. E, ovviamente, nella capacità di rendersi fruibile al pubblico, sia esso di ricercatori, esperti o di semplici lettori curiosi.
E così, tra non molto, forse toccherà alla nostra biblioteca scendere nella torrida Calabria per visitare la biblioteca di Rende e continuare sulla strada dell’incontro e sulla nostra capacità di fare rete.

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