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Alto Casertano / Matese. Croce Rossa in piazza per la campagna nazionale “Non sono un bersaglio”

Domenica 17 febbraio il Comitato Alto Casertano e Matesino di Croce Rossa Italiana sarà presente a Piedimonte Matese, in piazza Roma, alla campagna contro la violenza perpetrata a danno di chi opera in ambito sanitario

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La prossima domenica (17 febbraio) il Comitato Alto Casertano e Matesino di Croce Rossa Italiana sarà presente a Piedimonte Matese, in piazza Roma, per partecipare alla campagna di sensibilizzazione “Non sono un bersaglio”. Si tratta di un’iniziativa di respiro internazionale, che prevede un approfondimento su quella che è la situazione nazionale, alla luce dei continui conflitti in ambito sanitario e attacchi a coloro che vi operano.
“Come Presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (FICR), denuncio da tempo l’acuirsi delle violenze ai danni di chi porta aiuto“, così dichiara il presidente Francesco Rocca, esternando la sua preoccupazione per un “fenomeno da non sottovalutare” e prosegue “l’opera di sensibilizzazione deve essere fatta ad ogni livello e tutti i governi devono agire per proteggere e far rispettare gli operatori umanitari: perché colpire chi porta soccorso significa annichilire la speranza, la civiltà, il futuro stesso”.

L’evento consiste in una serie di iniziative che si terranno nel corso del 2019 (spot e visual) che culmineranno nel Convegno internazionale previsto per il 15 febbraio prossimo a Roma. “Non sono un bersaglio” è la risposta a uno scenario desolante: “Sono 3.000 i casi registrati in quest’ultimo anno, a fronte di solo 1.200 denunce all’Inail. Si tratta di aggressioni a medici e infermieri in ospedale, nei Pronto Soccorso e nei presidi medici assistenziali sparsi per il nostro Paese. Un’urgenza che si sta trasformando in emergenza nazionale. Da nord a sud. Altro drammatico aspetto è quello delle aggressioni agli operatori delle ambulanze e dei danneggiamenti ai mezzi stessi”.

La campagna rappresenta anche lo stimolo per istituire un Osservatorio della Croce Rossa Italiana, per denunciare le “aggressioni subite dai suoi operatori, con l’intento di censire i rischi legati al volontariato durante le attività svolte, evidenziare i contesti di maggior pericolo, fino ad arrivare all’elaborazione di proposte concrete”. Il trattamento riservato a chi si offre con l’anima e con il corpo nell’assistenza a chi patisce la sofferenza, purtroppo, appartiene anche a un Paese che suole considerarsi civile, come l’Italia. Pur non essendoci dati precisi sul triste fenomeno, “la CRI ha deciso di istituire l’Osservatorio, proprio per colmare questa lacuna e fornire dati attendibili”.

 

 

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