Home Attualità Reddito di Cittadinanza, le perplessità dei piccoli comuni italiani

Reddito di Cittadinanza, le perplessità dei piccoli comuni italiani

Nell'assemblea tenutasi a Roma, presso la sede dell'Anci, si è discusso della necessità di "evitare che il Reddito di Cittadinanza si riduca ad una semplice 'pensione' di cittadinanza", così Luca Vecchi, delegato Anci al Welfare

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Comunicato stampa

“La Commissione welfare tenutasi a Roma presso la sede nazionale dell’Anci in via dei Prefetti restituisce quanto già i Comuni avevano manifestato nei mesi scorsi: la preoccupazione per le ricadute del Reddito di Cittadinanza sui territori e di conseguenza sui cittadini. Valutiamo positivamente i passi compiuti dal Governo in questi giorni per accogliere le istanze dell’Anci ma restiamo preoccupati perché nelle condizioni date il provvedimento genererà nuovi oneri per i Comuni con difficoltà ad attuarli negli stretti tempi previsti”. Lo ha sottolineato il delegato Anci al welfare e sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi nel corso dei lavori della Commissione welfare, coordinata dalla presidente Edi Cicchi, che si è svolta nella sede dell’Anci. Alla riunione, molto partecipata, ha preso parte anche il Direttore generale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Raffaele Tangorra che ha risposto alle domande poste dai rappresentanti dei Comuni sull’impatto della nuova misura nelle amministrazioni locali.

“È necessario evitare che il Reddito di Cittadinanza si riduca ad una semplice ‘pensione’ di cittadinanza – ha rimarcato Vecchi – con modeste risposte sia dai Centri per l’Impiego sia dai servizi comunali. Per evitare questo i prossimi mesi vanno impegnati per aiutare i Comuni a realizzare i Patti di inclusione sociale e i Centri per l’impiego ad attuare i ‘Patti per il lavoro’. Servono quindi risposte a problematiche amministrative e assicurative che dovranno avere adeguate coperture finanziarie per poter ottemperare ai nuovi impegni”. C’è la necessità di una normativa estremamente chiara per far fronte ai nuovi impegni dei prossimi mesi – ha commentato Santillo, Consigliere provinciale e delegato nazionale Anci – per evitare ingolfamenti della macchina amministrativa e limitare al massimo l’incertezza ed i “furbetti”; in tal senso auspico che il Governo recepisca prontamente le proposte emendative integrate alla luce dei preziosi contributi emersi nella discussione e già trasmesse al ministro Di Maio e al dott. Tangorra.

Il dibattito è proseguito con un confronto sulle principali criticità messe in evidenza dai Comuni come la questione del personale, dei controlli anagrafici e della realizzazione dei progetti di utilità sociale su cui, in particolare, Edi Cicchi ha sottolineato: “La realizzazione di progetti di pubblica utilità richiede un lavoro intersettoriale all’interno del Comune che coinvolge diversi uffici con un grande impiego di risorse non solo umane ma anche economiche. Basti pensare, ad esempio, ai costi a cui bisogna far fronte per garantire la sicurezza sul lavoro, la formazione dei volontari e tutta la strumentazione necessaria per la realizzazione del progetto”.

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