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A San Potito Sannitico la festa della donna si veste di cultura. Via lustrini e paillettes

Omaggio a Ipazia di Alessandria, matematica, astronoma, filosofa. Prima un convegno e poi cena sociale presso l'agriturismo San Cassiano

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Annamaria Tartaglia – La Festa della Donna, snaturata negli ultimi anni di quella che può definirsi la sua vera “missione, a San Potito si spoglia di abiti succinti e paillets, mette da parte spogliarelli e balli sensuali, per ricordare le grandi donne della Storia.

Presso il Teatro Comunale di San Potito Sannitico l’8 marzo alle ore 19.00, si terrà Omaggio alle Grandi Donne della Storia – sconosciute o dimenticate, con uno spaccato interamente dedicato ad Ipazia D’Alessandria, matematica, astronoma, filosofa nata nella seconda metà del quarto secolo dopo Cristo. Evento a cura della Pro Loco e del Comune.
Ipazia venne definita la Martire del libero pensiero, uccisa perché la filosofia appariva prerogativa degli uomini e dunque una donna che pensava intimoriva troppi uomini, rappresentava quasi una minaccia.
Mela Boev racconterà la storia di questa Donna coraggiosa e lungimirante, il racconto è ideato da Carmen Martino.

Concluso il Convegno, momento conviviale con una cena sociale presso L’Agriturismo San Cassiano, momento di condivisione non solo della cena, ma soprattutto di idee e pensieri rispetto alla straordinarietà delle donne.

Chi era Ipazia di Alessandria? 
Ipazia focalizzò i suoi studi su filosofia, astronomia e matematica, riuscendo a conciliare le tre discipline tanto che fu posta a capo della Scuola di Alessandria.
A lei si attribuiscono le scoperte dell’aerometro, dell’astrolabio e dell’idroscopio. Risulta difficile ricostruire il pensiero di Ipazia non avendo scritti, tuttavia in assenza di riferimenti espliciti vengono tenuti in considerazione gli scritti del suo allievo Sinesio, devotissimo alla sua maestra. Ipazia esponeva pubblicamente il suo pensiero, era ascoltata e temuta dai potenti.
L’affresco delle stanze Vaticane di Raffaello La scuola di Atene (nella foto un particolare), cristallizza bene il ruolo di Ipazia, non sono molte infatti le donne che sono riuscite a distinguersi nel mondo della Scienza, della Filosofia e della Matematica, settori considerati appannaggio del mondo maschile.
Infatti Ipazia è l’unica donna rappresentata nell’opera e l’unica a rivolgere lo sguardo all’osservatore, cosa che rappresenta, un’assoluta novità dato il ruolo a cui venivano relegate le donne dell’epoca (Raffaello tuttavia la colloca anche nell’affresco La disputa del Sacramento: la si vede nella parte destra dell’opera, mentre regge un cartiglio. Foto in basso).

La sua cultura a molti appariva un’umiliazione ed una minaccia al mondo maschile tanto che il Vescovo Cirillo ordinò di farla tacere lapidandola.

 

1 COMMENTO

  1. Vorrei ringraziare tutte le donne, e gli uomini, che sono intervenuti ieri sera alla manifestazione dell’8marzo all’auditorium di San Potito Sannitico. Un ringraziamento dal profondo del cuore ad ognuno di loro che, come me, hanno sentito fortemente la necessità di un momento di riflessione in questa e su questa importante giornata che, ahimè, sta scivolando nella vuotaggine del consumismo, divorata dalla dimenticanza dei veri valori della vita e dell’essere donna. La storia di Ipazia ci ha unito in questo momento di forte aggregazione ponendo le basi per altre future riflessioni e condivisioni significative per la crescita culturale e amana di ognuno di noi.
    Ad Maiora: Carmen Martino

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