Il testo del decreto-legge su reddito di cittadinanza e pensioni (n. 4/2019), già modificato e approvato in prima lettura dal Senato, conserva “tutte le criticità rilevate nel decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale e su cui le organizzazioni di rappresentanza delle persone con disabilità e dei loro familiari avevano già richiesto stringenti emendamenti”. Lo scrivono in una nota congiunta il presidente nazionale Fish (Federazione italiana superamento handicap), Vincenzo Falabella, e il presidente nazionale Fand (Federazione tra le associazioni nazionali delle persone con disabilità), Franco Bettoni. Le Federazioni, che sono state audite dalle Commissioni riunite XI Lavoro e XII Affari sociali che alla Camera stanno analizzando, ribadiscono “con fermezza la necessità di correggere quelle disposizioni sia per eliminare i passaggi che rendono il reddito di cittadinanza meno vantaggioso per le persone con disabilità che per migliorare le regole di accesso riconoscendo che la disabilità è troppo spesso causa di impoverimento”.
In particolare, secondo le Federazioni, “il previsto computo delle pensioni di invalidità, cecità e sordità nel cumulo del reddito è un elemento iniquo e discriminatorio che già era stato censurato dal Consiglio di Stato a proposito dell’Isee”. Per Fish e Fand, “la pensione di cittadinanza, ora concessa solo agli over 67 anni che vivano da soli o con un altro anziano, va estesa anche ai nuclei in cui gli stessi vivano con una persona con disabilità di età inferiore. Situazioni sovente drammatiche che meritano attenzione”. Inoltre, sono “da rivedere anche i parametri delle scale di equivalenza, cioè quella modalità usata per calcolare limiti e importi del RdC: la presenza di una persona con disabilità non è contemperata e lo strumento nel complesso è svantaggioso per i nuclei numerosi”.
Riguardo agli incentivi alle imprese che assumano titolari di reddito di cittadinanza, le Federazioni hanno espresso apprezzamento per l’accoglimento delle loro richieste: quelle aziende per godere delle agevolazioni dovranno essere in regola con gli obblighi previsti dalla legge 68/1999 sul collocamento mirato. Tuttavia, “rilanciano auspicando l’accoglimento della seconda richiesta: ammettere il cumulo dei benefici del nuovo decreto-legge con gli incentivi previsti dalla legge 68/1999 in modo da aumentare e rendere concorrenziale l’occupabilità delle persone con disabilità”. “Evidenziando ancora che il propagandato aumento delle pensioni di invalidità civile rimane del tutto inattuato ed escluso dal decreto-legge”, le Federazioni “da subito riprenderanno le interlocuzioni con deputati e istituzioni promuovendo le istanze espresse con chiarezza in audizione”.
Fonte Agensir