Continua a tenere banco il dibattito per la trasformazione del Parco regionale del Matese in ente nazionale.
Quanto sia alta l’attenzione intorno a questo territorio, alle sue bellezze e alla potenzialità che esso racchiude, è testimoniato dal passaggio televisivo del parco nella trasmissione di Rai Uno Linea Verde, dove il Matese è stato riconosciuto terra di grande Storia e cultura e definito “posto incontaminato e vero, dove la gente non abbandona la propria terra perché l’ama. E fa bene”. Un segno di indubbio interesse, che dalle Istituzioni va riverberandosi sempre di più attraverso i mass media, suscitando entusiasmo ed iniziative concrete. O quanto meno, va registrato il grande entusiasmo manifestato dal versante molisano ed anche di quello beneventano, come emerso dal recente incontro presso l’Ente Geopaleontologico di Pietraroja, a cui ha partecipato il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
Tra indolenza ed informazione mancata. E l’Alto casertano? Purtroppo, al momento bisogna registrare che la reazione delle popolazioni del versante casertano del parco si sta rivelando tiepida. Colpa delle difficoltà economico-sociali cui l’area è sottoposta da oltre un decennio? Colpa di una certa incapacità ed indolenza di fondo, che non permette adeguatamente di saper cogliere le novità e le opportunità del momento? Di certo c’è che non si è andati oltre l’elenco delle cifre e dei formalismi che l’iter istitutivo prevede, per cui i cittadini altocasertani non hanno contezza della reale possibilità di sviluppo possa scaturire dalla creazione di un ente nazionale di tale livello.
I tre punti del Ministro Costa. In queste ultime settimane, il dibattito sull’istituzione del Parco nazionale del Matese si è arricchita dell’intervento del Ministro Sergio Costa a Pietraroja. Partecipando al convegno tenutosi lo scorso 11 febbraio a Pietraroja, il responsabile del Dicastero per l’ambiente ha indicato una ideale road map fatta di pochi ma essenziali punti, su cui orientare un’azione strategica. Innanzitutto un ente che abbia una visione di prospettiva tale da permettere l’uscita dal provincialismo, fin troppo radicato nel nostro territorio: riferendosi al clamore suscitato negli ultimi decenni dal ritrovamento del celebre fossile di dinosauro, poi ribattezzato Ciro, il Ministro Costa ha sottolineato come a suo tempo tale evento “è stato l’occasione per provare a fare qualcosa di più: e poiché persiste questa sensibilità nel conservare ciò che avete recuperato e questa pazienza di portarlo alla luce a beneficio di tutti, l’ente geopaleontologico non poteva che sorgere qui; a me piace molto l’idea che il sindaco si sia messo a disposizione dotandovi di una struttura significativa, che vi permetta di immaginare un futuro ulteriore, un ente di ricerca di livello nazionale il quale, data la sua unicità, deve necessariamente valicare i confini nazionali”.
Dunque un ente nazionale, capace di puntare al mondo, grazie allo sviluppo di un progetto integrale, pensato e costantemente incoraggiato nel tempo. Un secondo punto andrebbe individuato in una responsabilizzazione trasversale, in grado cioè di coinvolgere sia le Istituzioni locali che la società civile, dove tutti siano in grado di individuare e valorizzare quanto di buono è offerto dall’area matesina.
Afferma il Ministro Costa “Sono contento di aver sentito dire finora ‘Partecipiamo’ e non ‘fate’. La voglia di esserci in modo partecipativo e di dare il proprio contributo, senza demandare a qualcun altro è politica seria, una polis che è davvero gestione del bene collettivo. Questo però significa pure assumersi la responsabilità della vera partecipazione, essere concreti… portando sul piano nazionale ciò che caratterizza quel territorio nello specifico, purchè sia una cosa buona e capace di trasformarsi in eccellenza”.
Terzo ed ultimo punto, forse quello più difficile da attuare, consisterebbe nel saper dare un adeguato senso di continuità all’iniziativa, scongiurando il pericolo di pastoie burocratiche e distorte visioni imprenditoriali che rischierebbero di depotenziare l’ente ed attraverso l’improvvisazione, trasformerebbe il tutto nell’ennesima occasione persa (nel video, al minuto 48.00 l’intervento del Ministro Costa).
“Il collante del senso di partecipazione – conclude il Ministro Costa – è rappresentato dalla lealtà istituzionale, dove ciascuno fa la sua parte e la fa fino in fondo, dove ciò che di buono è stato fatto nella precedente legislatura, come l’idea del parco nazionale del Matese è cosa ottima da riprendere in questa legislatura, ma va fatta insieme… con una tutela ambientale mai difforme dall’imprenditoria; non è caso che ultimo premio Nobel per l’economia sia espressione di ambiente ed economia. Già il resto del mondo si è lanciato in questo percorso! C’è già una green economy ma ci deve essere la tutela dell’ambiente, perché se non salviamo l’ambiente, l’ambiente non ci salverà”.
Se chi ben comincia è a metà dell’opera potrebbe bastare solo questo, per rendere il Parco del Matese un’occasione di sviluppo reale e diffuso.