Nei giorni scorsi, la Commissione toponomastica del Comune di Grosseto ha compiuto un gesto che assume rilievo anche per la Città di Piedimonte Matese. Infatti è stata approvata l’intitolazione di una strada a Maria Alessandra Barbantini, già Questore del capoluogo maremmano. La decisione, che in realtà è solo un passo verso un iter procedurale che si dovrebbe concludere nei prossimi giorni, rientra in un progetto toponomastico legato alla frazione grossetana di Braccagni dove, accanto alla Barbantini, verrà intitolata una strada anche a Maria Lucrezia Cornaro, che nel XVII secolo fu la prima donna laureata al mondo.
Chi era Maria Alessandra Barbantini. Nata nel 1934, Maria Alessandra Barbatini venne alla luce a Roma. Laureata in giurisprudenza, lasciò la professione forense presso lo studio del padre, noto avvocato civilista, per intraprendere la carriera in Polizia, che all’epoca aveva indetto il primo concorso per donne, vincendolo e divenendo una delle prime ispettrici d’Italia. Inviata a Grosseto nel 1961, conobbe Pasquale Sposato, che due anni prima aveva lasciato Piedimonte Matese, sua terra natale, per diventare Questore di Siena, sposandolo nel 1963. Madre di due figli impegnati nel giornalismo e nel libero professionismo, Maria Alessandra Barbantini continuò a macinare successi, fino a diventare Questore di Grosseto nel 1993: fu la prima nel Capoluogo maremmano e la seconda in Italia ad assumere tale ruolo. Ma la sua carriera non fu disgiunta dall’impegno civile, specie nel diritto di famiglia, nella tutela dei minori e nell’emancipazione femminile: di pari passo con i traguardi raggiunti in ambito professionale, con un apposito club di cui fu tra le fondatrici, promosse l’accesso delle donne alle maggiori cariche della Polizia di Stato, diritto sancito per legge nel 1981. Morta nel 1997 in seguito a malattia, il suo ricordo è rimasto vivo non solo tra i familiari ma nella stessa comunità grossetana, che ora vuole omaggiarla con un riconoscimento ufficiale.
L’emozione dell’ex Questore. Pasquale Sposato, cittadino benemerito di Piedimonte Matese dal 1989 per il suo impegno in campo sociale, culturale ed umanitario, si è trovato in questi giorni nell’Alto casertano in occasione della Solennità di San Giuseppe, a cui tutta la sua famiglia è storicamente legata: raggiunto dalla nostra testata ha commentato cosi la notizia giunta da Grosseto “Devo dire che l’idea di intitolare una strada a mia moglie, donna che per 30 anni ha svolto un servizio ininterrotto, è un segnale importante. Sono molto commosso ed onorato da tutto questo”. Lo stesso Questore Sposato ha ottenuto diversi encomi: Grande Ufficiale al merito della Repubblica Italiana e Cavaliere Ufficiale dell’Ordine d’Orange Nassau (conferitogli dalla Regina Giuliana d’Olanda), resta indimenticato per importanti operazioni di polizia giudiziaria e per l’impegno profuso nel corso della grave alluvione che nel 1966 colpì la provincia grossetana. E se dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, mai come in questo caso tale adagio fu più calzante.