Si è svolta domenica 24 marzo, presso la Cattedrale di Alife, la Veglia di preghiera in memoria dei Missionari Martiri, curata dall’Ufficio Missionario diocesano. Un momento di riflessione e di preghiera che ha unito tutta la comunità nel ricordare i tanti missionari privati della loro vita solo perché portatori del Vangelo nel mondo.
Una veglia sulle orme del santo monsignor Oscar Romero, uno dei tanti testimoni di Dio, assassinato il 24 marzo del 1980, proprio durante una celebrazione eucaristica nella Cappella dell’Ospedale per i malati terminali, dove lo stesso risiedeva. Pastore della Chiesa salvadoregna, che diede la propria vita per la causa del Regno, i cui gesti e il cui spirito costituiscono, oggi, uno straordinario modello di impegno per la fede e per la giustizia.
La Veglia è stata celebrata dal vescovo Valentino, proprio in tempo di Quaresima, come segno di compartecipazione alla “passione” della Chiesa missionaria del mondo. Una commemorazione dei tanti martiri, accompagnata dalla Corale San Nicola di Bari di Pratella. Occasione di raccoglimento e di riflessione che invita tutti noi a non stare a guardare, spronandoci a “fare” come i missionari, a “sporcarsi le mani” per un mondo migliore, un mondo di giustizia e di pace. L’evento diocesano, coinvolgente dal punto di vista spirituale, è proseguito con un auspicio: quello di rinnovare l’impegno per la giustizia e la pace, e l’invito rivolto ai fedeli ad avvicinarsi in fila per due all’altare, per immergere la mano destra nella farina, simbolo delle “mani in pasta”.
Una delle parentesi più intense della Veglia si è verificato quando sono stati citati in elenco i martiri uccisi durante il 2018, il cui nome è stato evocato da un lumino acceso, posizionato sull’altare spoglio, segno di luce per il cammino di tutti.