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Dragoni. La vita della comunità locale dal 1836 al 1845, nel libro di Michele Grauso

Il secondo volume dello studio che Michele Grauso dedica alla comunità dragonene dal 1807 al 1860 verrà presentato sabato 6 aprile nella Sala consiliare del Comune di Dragoni

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“Gli anni 1836-1845, che il dott. Michele Grauso descrive in questo secondo volume sulle Delibere e la vita Amministrativa del Comune di Dragoni, rappresentano, dopo gli sconvolgimenti del periodo napoleonico e della Restaurazione, un tempo di normalità”. Questo l’incipit della Prefazione, a firma del vescovo Valentino Di Cerbo, al volume dedicato a Dragoni.

Momenti di Vita della Comunità locale visti attraverso alcuni atti dell’Amministrazione Civica relativi agli anni dal 1807 al 1860, scritto da Michele Grauso, ed edito dall’Associazione Storica del Medio Volturno. Si tratta della seconda parte dello studio iniziato circa tre anni fa e relativo agli anni compresi tra il 1836 e il 1845. Il libro verrà presentato sabato 6 aprile alle 18.00, presso la Sala consiliare del Comune di Dragoni. Dopo i saluti di Silvio Lavornia, sindaco di Dragoni, e Pasquale Simonelli, presidente A.S.M.V, sul lavoro di Grauso prenderanno la parola il prof. Aldo Cervo, già presidente dell’Associazione Storica del Caiatino ora guidata da Ilaria Cervo, e il vescovo, mons. Valentino Di Cerbo.

IL LIBRO
L’autore analizza il contesto che determinerà gli episodi occorsi a Dragoni negli anni ’40 e ’50, che sanciscono la fine del Regno borbonico. Quello che Michele Grauso descrive è un quadro complesso, in cui sono inscritti i difficili rapporti tra classi sociali, autorità locali, provinciali ed ecclesiastiche, a cui si aggiungono problematiche economiche. Un lavoro realizzato con la scrupolosità che si addice allo studioso tout court, il quale non trascura né sottovaluta alcun aspetto della intricata realtà del comune del Medio Volturno. All’interno di questa realtà, il rapporto tra Chiesa e Autorità si è dimostrato sempre fondamentale, “un capitolo sostamziale alla vita della Comunità” (Prefazione). Per ricostruire il suo discorso Michele Grauso si attiene a una fitta documentazione civile e religiosa. Da queste ultime si evince l’immagine di una comunità “che vive la fede come osservanza di una serie di obblighi di caratere ordinario” e di un sostegno stabile da parte dello Stato alle autorità ecclesiastiche locali, dinanzi a negligenze e difficoltà.

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