L’atmosfera che pervade il mondo questa mattina, a poco più di 12 ore dal disastro, è quella da day after, non solo per gli abitanti di Parigi, bensi per tutto il mondo: Notre Dame de Paris, la più importante Chiesa Cattedrale di Francia e tra i principali monumenti-simbolo della cultura europea, è stata pesantemente danneggiata da un rogo, che tra il tardo pomeriggio e la serata di ieri ha incenerito il tetto e parte della volta.
Cronologia del rogo. Tutto comincia intorno alle 19.00 di ieri, quando un principio di incendio prende sempre più corpo avvolgendo la Flèche, l’imponente guglia neogotica situata all’incrocio dei due bracci della cattedrale, per poi estendersi al tetto circostante, interamente in legno: c’è da dire che tutta questa area era oggetto di un intervento di restauro tale da portare, solo pochi giorni fa, alla rimozione delle 16 statue che la adornavano la struttura.
Nel giro di poco più di un’ora, mentre le fiamme si estendono fino a penetrare in una delle due torri campanarie, la guglia si accartoccia su sè stessa: drammatico lo spettacolo della croce sommitale della flèche che scompare in un mare di fuoco, così come lo sconcerto dei migliaia di parigini e turisti che si assiepano sul Lungosenna fino a notte inoltrata, alcuni in preghiera, altri in silenzio, per assistere alle operazioni di spegnimento del rogo; quest’ultime sono rallentate dal vento e dalla impossibilità di utilizzo di canadair, poichè un getto di acqua dall’alto, pesante svariate tonnellate potrebbe causare il collasso della volta sottostante, facendo precipitare il rogo nella navata centrale, stipata di opere lignee e preziosi arredi, la maggior parte dei quali vengono tratti in salvo nell’Hotel de Ville, sede del Comune di Parigi, con l’intenzione di trasferirli al Louvre quanto prima.
In salvo anche la famosa Reliquia della Corona di spine conservata nel Tesoro.
In rete intanto, la notizia del disastro corre veloce sui social, generando un’ondata di solidarietà che investe l’intera opinione pubblica, dalle principali cancellerie del mondo ai semplici cittadini: la stessa Sala stampa della Santa Sede comunica che “Il Papa è vicino alla Francia, prega per i cattolici francesi e per la popolazione parigina sotto lo shock del terribile incendio che ha devastato la cattedrale Notre Dame” assicurando “le sue preghiere a tutti coloro che cercano di affrontare questa drammatica situazione”; vanno registrate, al contempo, le dichiarazioni shock di alcuni siti e profili social di jihadisti, che esultano alla notizia dell’incendio.
In tarda serata, sul luogo del disastro si recano il vescovo di Parigi Michel Aupetit ed il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, che lancia immediatamente una petizione mondiale per la ricostruzione; i pompieri riescono ad avere la meglio sulle fiamme solo a notte inoltrata; la stabilità complessiva della struttura non sarebbe stata compromessa, ma le foto degli interni della cattedrale mostrano evidenti crolli di alcune vele della navata centrale e detriti fumanti all’incrocio con i transetti.
La Procura di Parigi ha disposto l’apertura di un inchiesta per determinare le esatte cause del sinistro: al momento, si procede per disastro colposo; in particolare, è sotto accusa l’impianto antincendio del cantiere per i restauri, posto a ridosso della guglia.
Un Patrimonio collettivo. Edificata tra il 1163 ed il 1344, la Cattedrale di Notre Dame de Paris conobbe una prima distruzione dopo il 1789 ad opera dei rivoluzionari, che per breve tempo la convertirono in Tempio della ragione; restituita al culto nei decenni successivi, ospitò l’incoronazione di Napoleone Bonaparte il 2 dicembre 1804, oltre alle più recenti visite di San Giovanni Paolo II (1980 e 1997) e Benedetto XVI (2008).
Memorabile fu il vasto programma di ripristino architettonico ed artistico intrapreso a metà ‘800 da Eugène Viollet Le Duc – a quest’epoca risalgono la guglia distrutta dalle fiamme e le decorazioni poste nelle immediate adiacenze – oltre agli interventi in occasione dell’850mo anniversario dell’edificazione, che nel 2013 ha portato alla ricostruzione del concerto di campane (a partire dalle descrizioni storiche del concerto originale, fuso durante la Rivoluzione francese).
Questo monumento dunque non rappresenta solo il principale luogo di culto di Parigi e della Francia ma, in quanto Patrimonio Unesco dal 1991, è un luogo in cui la Storia francese ed europea è passata più volte, crogiolo di popoli (è il più visitato del continente, con circa 12 milioni di presenze l’anno), capace di ispirare fiabe e racconti, leggende e capolavori, come il romanzo storico Notre Dame de Paris di Victor Hugo: si tratta di una perdita non ancora quantificabile nella sua interezza, ma pur sempre inestimabile ed è ben comprensibile lo stupore e l’incredulità trasversale che ha investito tutti, credenti e non, nelle ultime ore; una perdita che interpella l’intera opinione pubblica, dagli addetti ai lavori ai semplici cittadini, ad una maggiore cura del patrimonio storico artistico che, come ha sottolineato il critico d’Arte Philippe Daverio “non è eterno“.