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Da Piedimonte a Manchester, così cresceva il sogno di un Matese fiorente nel 1800

Le ricerche dello storico Armando Pepe, storico questa volta ci conducono fino in Svizzera, dove dall'archivio di Stato del Cantone di San Gallo, sono stati tradotti i documenti su Willy Berner, l'uomo che rilanciò l'economia cotoniera di Piedimonte

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Matese. Tra moderno e contemporaneo

Vita imprenditoriale, familiare e mondana di Willy Berner

di Armando Pepe

Gioventù
Johann Wilhelm Berner (d’ora in poi Willy) nacque a Napoli, in via dei Carrozzieri a Monteoliveto, il 18 maggio 1868 da Gottlieb Amadeus  ed Elisabeth Margerite Steigmeyer. Ebbe quattro fratelli, Emil, Alfred, Fritz ed Hans, e tre sorelle, Anna, Marietta e Vic. Rimanendo a Napoli, nel 1877 la famiglia Berner andò ad abitare in palazzo Caserta, in via Santa Teresa al Museo. Dal 1877 al 1879 frequentò la scuola evangelica (con insegnamento in lingua tedesca) in via Egiziaca. Nell’autunno 1879 fu ammesso alla scuola internazionale, in Napoli, ove ebbe per compagni di classe Georges e Conrad  Meuricoffre, Emil e Arnold Hermann ed Herbert Turner. Nel maggio 1881 la famiglia Berner cambiò nuovamente residenza, trasferendosi a vivere in palazzo Colonna, al civico 5 di via Ponte di Chiaia, sempre in Napoli. Usualmente la famiglia Berner trascorreva i mesi estivi a Castellammare di Stabia, ma di frequente si concedeva vacanze in Svizzera, alloggiando presso l’Hotel Edelweiss a Sils Maria. Nel settembre 1881 fu ammesso alla quarta classe della Realschule (scuola tecnica) di Basilea,  stabilendosi a casa dello zio, il dottor Wilhelm Steigmeyer. Di quel periodo scrisse: «trattato in modo freddo da mia zia e disgustato dagli insegnanti, non potevo sopportare di restare a Basilea e, a dicembre 1881, accompagnato da mio zio, sono tornato a Napoli». Frequentò la scuola, a Napoli, fino al 1883. Dal 25 aprile 1883 fece un lungo viaggio in treno, da solo, partendo da Napoli ed arrivando in Svizzera, ad Aarau, avendo così l’opportunità di vedere l’avveniristica ferrovia del Gottardo. Trascorse l’estate del 1883 a Sils Maria, ritornandovi anche per le feste natalizie. Dal 1883 al 1886 frequentò in Aarau la scuola professionale cantonale, abitando presso la casa del consigliere Ludwig Karrer,  a Lindenhof. Il 18 maggio 1885 la sorella Marietta sposò Max Miescher. Con la famiglia trascorse l’estate del 1885 a Rippoldsau e quella del 1886 a Berchtesgarden. Da aprile 1886 alloggiò presso la signora Leontine Fleiner, stringendo amicizia con il coetaneo Fritz Eleiner. In quegli anni prese lezioni di violino, si iscrisse a un club di ginnastica e frequentò un corso di equitazione. Conseguì la maturità tecnica in modo lodevole, classificandosi al secondo posto. Nell’ottobre 1886 entrò come volontario nella Compagnia svizzera di macchinari e locomotive di Winterthur . Nelle sue memorie appuntò: «Ho lavorato duramente da operaio, e come gli altri operai dovevo attenermi completamente al tempo di lavoro. Inizialmente il lavoro per me era molto duro da sopportare, più avanti mi convinsi che lavorare non era poi così male. Presso la stazione ferroviaria avevo vitto e alloggio. Il mio lavoro nell’officina delle locomotive è durato fino al luglio 1887 e fu molto utile per la mia successiva carriera. Poi, con la mansione di fabbro ferraio, andai a lavorare in una fabbrica di utensili». Passò in famiglia l’estate 1887, presso l’Hotel Posta in Airolo, e fece anche un’ascensione al  Pizzo Centrale. Il 30 giugno 1887 il fratello Emil sposò a Livorno la signorina Anna Klein.
Nel 1887 Willy s’iscrisse al Dipartimento d’ingegneria meccanica presso il Politecnico di Zurigo, aderendo all’Associazione Helvetia, consesso di stampo fortemente nazionalista, che fu sciolta poco tempo dopo a causa della morte di uno studente. L’11 giugno 1888 il fratello Alfred sposò Alba Marciano. Si dimise dall’associazione nel 1889, tuttavia non prima di aver partecipato a degli scontri di piazza a Berna, ricordati con un sintetico abbozzo: «Ho combattuto questa battaglia per dimostrare al corpo di amici e fratelli che non mi ero dimesso per paura delle armi».

I formidabili anni trascorsi a Piedimonte
Nel 1889 interruppe gli studi d’ingegneria, affacciandosi a una nuova vita. Scrisse infatti nelle sue memorie: «Mio padre, nel 1888, aveva rilevato, a Piedimonte d’Alife, la fabbrica di filatura e tessitura del cotone di Giovanni Giacomo Egg, il quale la lasciava contro volontà e solo per motivi finanziari. Infatti mio padre aveva concesso ad Egg un grosso prestito, ma siccome la fabbrica era sempre in debito, costui la dovette mettere in vendita. Nessun compratore si fece avanti e la fabbrica passò così a mio padre. Egg elaborò, e cercò di frapporre, ostacoli, ma invano, e alla fine dovette farsene una ragione. Siccome mio padre aveva bisogno di un tecnico di fiducia, dovetti interrompere gli studi e andare a Piedimonte. Quindi studiai solo due anni al Politecnico, dovendo rinunciare alla laurea.

Il primo settembre 1889 mi trasferii a Piedimonte. Lì c’era il direttore Wettstein, e c’erano pure Hermann Von Planta  e August Berner (un parente alla lontana) come contabile. Nel vecchio monastero Carmelitano, che apparteneva alla fabbrica, ho vissuto per quasi trent’anni. A Piedimonte avevo parecchio da fare, la fabbrica era molto malmessa e i macchinari erano tutti vecchi e quasi inutilizzabili. Si dovevano assolutamente ordinare dei nuovi macchinari e, per questo motivo, il 2 giugno 1890 sono partito per l’Inghilterra. Fu un lunghissimo viaggio, dato che feci sosta a Milano,  a Friburgo in Brisgovia, ove si trovava mio zio Wilhelm, ad Heidelberg, a Colonia, e infine arrivai a Manchester, prendendo una camera presso l’Hotel Albion. Lì ho incontrato Wilhelm Klein, che mi ha accolto amichevolmente, accompagnandomi poi nella sua pensione. Dopo aver visto diverse fabbriche e aver ordinato i macchinari necessari, passando per Parigi e Marsiglia, il 22 luglio 1890 sono ritornato a Napoli. A gennaio 1891 nella fabbrica di Piedimonte avemmo una brutta disgrazia. Il cavo che dava forza alle turbine del cosiddetto “molino”, che si trova al di fuori della fabbrica, era troppo corto. Il meccanico Hunziker e il capo-filatore Schlumpf volevano caparbiamente forzarlo sulla puleggia in modo da usare tutta la potenza delle turbine. Il cavo si ruppe e la turbina spinse la puleggia ad un ritmo eccessivo, e la corda d’acciaio ad essa collegata uccise i due uomini. Verso la fine del 1891 arrivarono i macchinari ordinati e si iniziò l’assemblaggio. Poco dopo esponemmo i macchinari, comprati per la fabbrica di Piedimonte, a un’importante mostra tenuta a Palermo, vincendo la medaglia d’oro. Nel 1892 ebbi molto da fare con la fabbrica e le strutture idriche ad essa correlate e non potetti allontanarmi da Piedimonte. Solamente di tanto in tanto andavo a Napoli. Ad agosto 1893 feci un lungo viaggio e per tre mesi fui in Svizzera, Germania e Austria. Il  18 novembre ero di nuovo a Piedimonte, festosamente accolto dagli operai. Avevo stretto delle buone amicizie a Piedimonte, con il tenente dei Carabinieri e con il sacerdote Canzanella, con il quale ero spesso a caccia. Il 14 gennaio 1894 presi al mio servizio Mina Hochuli, figlia adottiva di un impiegato della fabbrica. A marzo 1895 ci fu il matrimonio di mia sorella Vic con Wilhelm Klein, a Manchester, dove risiedettero stabilmente. Nell’estate del 1895 a Manchester ordinai dei nuovi macchinari per la fabbrica di Piedimonte. Quasi tutte le stagioni estive facevo un viaggio in Svizzera, a Sankt Moritz, per delle scalate al Piz Landquart, al Diavolezza, al Corvatsch, al Bernina e al Gamsjagd. A novembre 1899 andai a caccia in Sardegna, accompagnato da due cacciatori di Piedimonte e dai carabinieri di Nuoro. Nel 1900 la fabbrica di Piedimonte partecipò alla mostra internazionale di Parigi, vincendo una medaglia di bronzo. Il 1901 fu per me un anno degno di nota, poiché iniziai una folgorante carriera automobilistica». In occasione del matrimonio del suo amico Paul Matter con Alice Bally, a Baden , Willy comprò una Peugeot 8 HP ad Audincourt, città francese poco distante da Basilea. Partendo da Basilea, fece dapprima un lunghissimo giro per la Svizzera, toccando Aarau, Zurigo, Baur au Lac, Hirzel, Zug, Brunnen (ove lasciò l’autista e continuò a guidare da solo), Goeschenen, Andermatt, Airolo, Bellinzona, Lugano, poi si diresse a  Milano, virò verso Genova, e percorse la via Aurelia. Amava viaggiare anche nel buio, perdendo spesso tempo a causa di continue riparazioni alla catena di trasmissione e alla disperata ricerca di benzina, avendo solo due candele come illuminazione notturna. In un giorno percorse la tappa Grosseto- Roma, il giorno seguente da Roma arrivò a Terracina, e poi raggiunse Formia, Cassino, Caianello e, alla fine, Piedimonte. Nel 1901 fu tra i fondatori, divenendone socio a vita, del Touring Club Italiano. Scrisse nei suoi diari: «Il 3 febbraio 1903 intrapresi, con il mio amico Gerard Meyer, un tour in macchina. Subito dopo gli Scavi di Pompei avemmo un incidente automobilistico; per non investire un uomo sordo dovetti sterzare e frenare bruscamente, per questo l’auto si rovesciò e noi ne fummo scagliati fuori. Il povero Gerard Meyer batté la testa sul bordo del marciapiede, riportando varie ferite che gli provocarono una commozione cerebrale. La macchina era molto danneggiata, tuttavia ancora funzionante, giusto quel tanto che bastava per tornare a Napoli. Gerard Meyer sembrava che si fosse ripreso, purtroppo il 19 maggio ebbe un’emorragia cerebrale che lo portò alla morte». Il 15 luglio 1901 il fratello Hans sposò Adele Wenner nella bellissima Villa Wenner  a Fratte, nel comune di Pellezzano (Salerno). Willy dal 1903 divenne socio dell’Associazione Elettronica Italiana e dal 1904 console del Touring Club a Piedimonte. Nel dicembre 1904 andò di nuovo a Manchester per ordinare nuovi macchinari, di cui la fabbrica piedimontese necessitava. A quel tempo viaggiava spesso e, a gennaio 1905, comprò una nuova automobile a Stoccarda presso la Daimler Motoren Geselleschaft. Ad ottobre 1905 con il fratello Hans fece un lungo giro, arrivando a Londra, a Manchester e in Scozia. Di ritorno si fermò a casa dalla sorella Vic,  a Bowdon, vicino a  Manchester. Fu affiliato al Tennis Club di Napoli dal 1906 al 1923. Il 4 febbraio 1906 partecipò alla gara automobilistica da Napoli ad Agerola. La macchina di Willy fu l’unica, di quattro partecipanti, ad arrivare al traguardo nel tempo prestabilito. Il 18 febbraio, insieme all’ingegnere Young, al conte Filangieri di Candida, al conte Gaetani di Laurenzana e ad altri notabili, fondò il Club Automobilistico di Napoli (cui fu iscritto fino al 1935). Il 25 ottobre 1906 andò a Magdeburgo, in Germania. Nel 1907 partecipò alla rappresentazione dell’opera lirica Melodie der Welt (Melodia del Mondo ) composta dal fratello Hans. Nel 1910 fece un viaggio in Egitto.

Lo sciopero del 1911 al Cotonificio
Ritornato a Piedimonte, dovette affrontare una situazione non facile. Scrisse infatti nei suoi diari: «All’inizio di aprile 1911 si verificò uno sciopero parziale dei filatori nella fabbrica di Piedimonte d’Alife, che però venne presto risolto. Incitati tuttavia dai socialisti, all’inizio di giugno gli operai scioperarono di nuovo. La fabbrica rimase quindi diversi giorni chiusa, protetta dai carabinieri e dai militari. Licenziai tredici operai, dopodiché regnarono nuovamente ordine e calma».

Durante la  Belle Époque
L’11 maggio 1911 la nipote Elisa sposò Max Wenner, il ricevimento si tenne all’Hotel Eden di Napoli. Affranto in seguito a funesti avvenimenti, Willy scrisse: «Alla fine di gennaio 1912 mio fratello Hans si ammalò gravemente. Purtroppo i medici non poterono far nulla per guarirlo, e lui ci lasciò il 10 febbraio. Persi un caro fratello e un intelligente impiegato, molto valido per il funzionamento della fabbrica».  Il 31 agosto 1912 a Firenze il fratello Fritz sposò Rosa Delitala. Avvertendo i sintomi di un lento declino, nonostante la propria vita avesse avuto una declinazione molto movimentata, Willy scrisse: «Nell’estate del 1913 non feci alcun viaggio, rimasi nelle vicinanze dei miei genitori, che avevano affittato Villa Arlotta, a Sorrento. Mio padre, Amadeo, era ormai anziano e mio fratello Hans ci aveva lasciato; quindi tutto il peso degli affari, a Piedimonte e a Napoli, era sulle mie spalle. A settembre festeggiammo le nozze d’oro dei miei genitori. Per tutto l’inverno mio padre soffrì di bronchite e perse lentamente la voglia di vivere. Ci lasciò il 2 maggio 1914. Dopo la morte di mio padre, i miei familiari, in particolar modo i fratelli, espressero il desiderio di vendere la fabbrica di Piedimonte. Per valutare un’offerta andai allora ad Intra, dove non potetti concludere l’affare dato che la proposta era irricevibile. Di ritorno, a Genova, comprai la mia prima barca a motore, battezzata Riri». Fu iscritto fino al 1914 al Club Canottieri d’Italia, fino al 1924 al Real Yacht Club Italiano, e fino al 1930 alla Lega Navale Italiana. Un’altra sciagura si abbatté sulla famiglia Berner, dato che Willy scrisse: «Il 5 gennaio 1917 mio fratello Alfred morì improvvisamente nella notte; la sera prima eravamo andati insieme al cinema, e la mattina dopo giaceva, morto, nel letto; buon per lui, almeno si addormentò per sempre dolcemente». Annotò inoltre: «Con atto del notaio Dragoni, dal 30 giugno 1917 presi in commissione l’eredità di mio padre, e vendetti il Cotonificio Berner di Piedimonte e i Cotonifici Riuniti di Salerno. Fratelli e cognati non avevano più fiducia in me e volevano vendere. Per non apparire egoista acconsentii, sia pure rovinando la mia futura carriera, poiché mi ero sacrificato molto per la fabbrica di Piedimonte. Più tardi si capì, da parte di tutti, che sarebbe stato meglio aspettare prima di vendere l’eredità! La fabbrica di Piedimonte (che dal 1888 apparteneva a mio padre) fu da me ricostruita, diede buoni risultati nel corso degli anni, nonostante ci siano stati periodi difficili da superare. Ricostruii tutti i reparti di filatura e tessitura, arredai quelli della torsione del filo, del candeggio, e della tintura. Aggiunsi inoltre quattro nuove turbine con i rispettivi acquedotti, feci costruire tre edifici industriali più grandi e disposi che altri tre fossero completamente ricostruiti; sono state riedificate, sotto la mia direzione, due case residenziali e una casa padronale. Riuscii anche a creare un piccolo laboratorio (con una fonderia), e un piccolo motore a vapore da usare come riserva d’energia». Il 16 luglio 1919 la madre, Elisabeth, morì a Napoli (dopo essere stata operata l’anno precedente dal professor Sauerbruch) a causa di un’ulcera viscerale.

Verso l’epilogo
Nel 1924 Willy, su una nuova Mercedes, fece un viaggiò al Lago Laceno, assieme a Rodinò di Miglione e ad Elisa Wenner. I tre si fermarono su una strada di montagna, scesero per riparare un guasto, ma l’automobile scivolò e, prima di schiantarsi contro un albero, schiacciò la spina dorsale di Elisa. Tristemente Willy ricordò: «Questo incidente inflisse uno shock fatale alla mia carriera automobilistica e rimasi a lungo depresso». A febbraio 1927 morì a Livorno il cognato Wilhelm Klein. In un convegno tenutosi nei giorni 6 e 7 febbraio 1929 Willy, in qualità di guidatore più anziano, ricevette una medaglia d’oro da parte del Club Automobilistico d’Italia. Il 21 gennaio 1932 morì la sorella Vic nel sanatorio di Hirsau, in Germania. Verso fine aprile 1933 Elisa e Max Wenner lasciarono Napoli per trasferirsi stabilmente a Milano. Il 25 aprile 1934 il nipote Alex Berner sposò, a Londra, la statunitense Phyllis Molins. Nel 1935 Willy scrisse profondamente infelice: «Quest’anno fu monotono e triste per me, tanto che spesso desiderai di mettere fine alla mia vita. I miei fratelli, i miei parenti, e anche Mina  (che mi era stata fedele per quasi mezzo secolo), potevano aver bisogno di me, e quindi dovetti desistere». Durante l’estate 1936 fece l’ultimo tour sulle montagne svizzere, compiendo un’escursione sul Diavolezza. Comprò anche un’altra Mercedes. Il 2 aprile 1938 morì a Roma il fratello Emil, e Willy ne fu l’esecutore testamentario. Il 4 maggio 1939 morì la cognata Anna, la moglie di Emil. Anche in questa circostanza Willy ricoprì il ruolo di esecutore testamentario. Il 20 marzo 1940 morì la sorella Marietta. Dal 1942 al 1944 Willy rimase bloccato a Napoli a causa della guerra. Il 18 agosto 1945 morì a Firenze la sorella Anna per emorragia cerebrale e pure stavolta Willy ne fu l’esecutore testamentario. Scrisse dolorosamente verso la fine del 1946: «Mesi fa persi la mia carissima cognata Adele Wenner Berner. Fu per me un duro colpo. Stava male già da Pasqua e i medici credevano si trattasse di influenza. Purtroppo la febbre e il dolore al lato sinistro non passavano mai e anche la milza cominciò a cedere. Credevamo tutti si trattasse di una seria infezione. Agli inizi di luglio andò a Ginevra. Ebbe il grande piacere di rivedere, dopo circa sei anni, suo figlio Alex; piacere che durò solo pochi giorni. Andò poi a soggiornare presso l’hotel sulla vetta del Rigi Kulm; considerato che le sue condizioni di salute non miglioravano, dovette ricoverarsi nella clinica Hirslanden, a Zurigo. Fu per me un difficile addio. Il 13 novembre Adele smise di soffrire, ebbe una morte tranquilla; la sua perdita mi ha provocato un grande dolore, poiché le volevo bene come ad una sorella». Nel febbraio 1947 ebbe un’emorragia, probabilmente causata dalla rottura di una vena polmonare. Il 28 agosto 1947 morì la governante Mina, e Willy affranto scrisse: «È con grande dispiacere che perdo un’anima fedele, che si trovava al mio servizio da 45 anni». A fine maggio 1848 annotò: «Al mio ottantesimo compleanno ebbi una simpatica sorpresa. Max Miescher era venuto a Napoli espressamente per me e aveva anche organizzato una stuzzicante colazione, a casa mia. Gli fui molto grato per questa attenzione». Il 12 maggio 1948 morì a Firenze il fratello Fritz per un tumore all’esofago. Per la triste occasione, Willy scrisse: «Il povero Fritz, che negli ultimi tempi aveva avuto una vita difficile, adesso ne è stato sollevato, ma la sua morte mi ha fatto soffrire molto».

Ultima annotazione
« Il 6 agosto 1948 partii per il mio abituale viaggio in Svizzera. Una sera di novembre del 1949, al lato sinistro del corpo ebbi un’improvvisa paresi, che tuttavia scomparve il giorno seguente. Agli inizi del 1951 ebbi di nuovo un’emorragia polmonare, che durò poco tempo. In estate il mio viaggio in Svizzera non fu felice. Sils Maria era una località posta troppo in alto, per le mie residue forze. Fu quello il mio ultimo viaggio in Svizzera». L’esistenza terrena di Willy si concluse a Napoli nel 1953.

Fonti, bibliografia e ringraziamenti:
Staatsarchiv des Kantons St. Gallen, W 054/125.6 Aus dem Tagebuch von Willy Berner (1868-1953), 1877-1951 (Teildossier);

Daniela Luigia Caglioti, Vite parallele. Una minoranza protestante nell’Italia dell’Ottocento, Bologna, Il Mulino 2006;

Dante Marrocco, Piedimonte Matese. Storia e attualità, Piedimonte Matese, Edizioni ASMV 1999;

Gruppo Memorie Storiche, Il cotonificio Egg di Piedimonte d’Alife, Piedimonte Matese, Ikona 1996;

Armando Pepe, Il carteggio tra Giuseppe Toniolo e don Giacomo Vitale, Tricase, Youcanprint 2016

Giovanni Wenner, Il cotonificio di Piedimonte d’Alife dal 1843 al 1943, Napoli 1955 [Estratto dalla Rassegna L’Industria Meridionale, anno 4, fascicolo 10, ottobre 1955]

Ringrazio  Irene Di Muccio per la traduzione dal tedesco, e la dottoressa Regula Zürcher dell’Archivio di Stato del Cantone di San Gallo (Svizzera).

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