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Con gli operai del Matese. Antonio Gaetani di Laurenzana, l’uomo ricco dalla parte degli umili

Il rango benestante della sua famiglia di origine non frenò l'innata propensione per gli operai del Matese, per la gente semplice. Dalle lettere pubblicate, il racconto, tra le righe, di una identità cara e necessaria al territorio

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Matese. Tra moderno e contemporaneo

L’eredità morale di Antonio Gaetani di Laurenzana (1854-1898)

di Armando Pepe

Roberto Mirabelli

Roberto Mirabelli (1854- 1930), eminente politico repubblicano, ebbe una fittissima corrispondenza epistolare con numerose personalità del suo tempo, segnatamente dagli anni Ottanta dell’ Ottocento al 1930, anno in cui venne a mancare. Fin da giovane età fu legatissimo, considerandolo un maestro, al coetaneo Antonio Gaetani di Laurenzana (1854- 1898), politico piedimontese di fede repubblicana e di grande rigore morale che, nonostante il milieu d’origine, raccolse e sposò la causa degli umili.

Antonio Gaetani, consigliere provinciale in Terra di Lavoro e deputato al Parlamento italiano per tre legislature, fu un punto di riferimento per i lavoratori della pianura alifana, dei centri del Matese e non solo.
Nel difendere i diritti degli operai fu davvero impavido, come affiora da un discorso che il fratello Luigi Gaetani tenne alla Camera dei Deputati il 18 giugno 1902: «Molti anni fa, la prima volta che ho avuto l’onore di andare ad Isola del Liri in compagnia di Matteo Renato Imbriani, Felice Cavallotti e di mio fratello Antonio Gaetani, una turba di incoscienti, spinta da qualcuno che allora ne menava vanto, cercò di gettarci a fiume. Proprio così! Ed allora questo individuo andava dicendo che avrebbe fatto pagare duecento lire a persona perché ci gettassero a fiume. Ci salvammo col revolver alla mano» (Fraioli, p. 29).

Purtroppo, nel 1898 a causa di una forte depressione Antonio Gaetani si tolse le vita, ma il suo ricordo continuò ad albergare negli animi di chi lo aveva conosciuto, stimato e amato.

Le due lettere che qui si presentano, provenienti dalle Carte Mirabelli conservate presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, hanno un forte valore identitario per la nostra comunità, poiché la prima (del 1900) è di Raffaele Marrocco (cui è dedicato il museo civico di Piedimonte), mentre la seconda (del 1912) è della vedova, Teodora Gaetani.

Per inciso, la lapide (cui si riferisce Raffaele Marrocco) è quella posta a Porta Vallata in Piedimonte.

Due lettere a Roberto Mirabelli
Biblioteca Nazionale di Napoli (d’ora in poi BNN), Carte Mirabelli, busta XIII, 6/6B
«Lettera di Raffaele Marrocco a Roberto Mirabelli»

Piedimonte d’Alife, 16 ottobre 1900

Onorevole Signore,
Nel prossimo mese di Novembre, e proprio il giorno 10, avrà luogo qui la tanto agognata inaugurazione della lapide- dettata da Matteo Renato Imbriani- ad Antonio Gaetani di Laurenzana. Per ottenere detta inaugurazione non Le dico quanto scalpore abbiamo menato presso questi bigotti della monarchia…Come pure abbiamo loro suggerito il Suo nome per averla quale oratore.

Raffaele Marrocco

Le hanno fatto l’invito? Ma io devo ritenere che un Mirabelli qui non si vuole perché …..perché, forse, non s’intende fare un’affermazione repubblicana nel commemorare un repubblicano. Allora, perché non s’abbia a fare una commemorazione fredda, ufficiale, quale Direttore del Corriere del Matese – del quale mi pregio di rimetterle una copia- ho determinato di pubblicare un numero speciale in tale occasione. In esso dovranno figurare articoli Suoi, di Bovio, di Imbriani, di Pansini e di altri amici e compagni di fede. Perciò, Onorevole Signore, Le sarei oltremodo riconoscente se Ella credesse inviarmi al più presto un articolo in memoria del caro amico! Mi dia anche notizie della sua salute, che m’auguro ottima. Riceva un cordiale saluto dal Devotissimo

Raffaele Marrocco

BNN, Carte Mirabelli, busta XIII, 11/1 «Lettera di Donna Teodora Gaetani di Laurenzana per invitare Roberto Mirabelli a tenere un discorso a Piedimonte d’Alife. In calce: un biglietto di Angelo Poccia a Roberto Mirabelli»

Piedimonte d’Alife, 6/7/ 1912

Gentilissimo Amico,
Il presidente di questo Circolo di cultura “Ercole d’Agnese” vi farà pervenire l’invito per una conferenza da tenersi qui in occasione del prossimo XX Settembre, che sarà festeggiato dalla democrazia della Regione del Matese.
Poiché questi signori del Circolo di cultura, per essere sicuri della vostra accettazione hanno voluto che io intercedessi presso di Voi, ben volentieri mi sono assunta questo gradito incarico per il desiderio vivissimo di rivedervi nella patria del vostro povero amico Antonio Gaetani, dove son sicura che la Vostra parola sarà ascoltatissima da tutta la cittadinanza e particolarmente da tutti coloro che furono e sono fedeli ammiratori delle idealità del mio caro Antonio. Spero che i vostri affari e i vostri impegni Vi possano permettere di recarvi qui a tenere la desiderata conferenza. Vogliate compiacerVi di darmi una risposta e buone nuove della Vostra salute. Gradite i miei cordiali saluti ed abbiatemi per vostra obbligatissima

Teodora Gaetani.

P.S.
Alla preghiera di mia cognata mi permetto di aggiungere anche le mie, e Le porgo i più distinti ossequi.

Devotissimo
Angelo Poccia

Bibliografia
Romeo Fraioli,  Bernardo Nardone. Un rivoluzionario di Terra di Lavoro, Arce 1999.

Alfonso Lorelli,  Roberto Mirabelli. Lotte elettorali e pensiero politico di un grande repubblicano storico, Cosenza, Edizioni Erranti 2016.

Mario Martini, Armando Pepe, Antonio Gaetani di Laurenzana: l’uomo, il politico, Youcanprint, Tricase 2018.

Luigi Musella, Mirabelli, Roberto, Dizionario Biografico degli Italiani, volume 74 (2010) .

Armando Pepe, Antonio Gaetani di Laurenzana nella vita del suo tempo (1854- 1898), Tricase, Youcanprint 2017.

 

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