Erano più di 400 alunni e studenti del Matese scesi in piazza venerdì scorso per lo Sciopero Globale organizzato dal movimento Fridays For Future.
Presto un tavolo di confronto per chiedere alle istituzioni locali la dichiarazione dello stato di emergenza climatica e l’adesione alla campagna Pesticide free towns.
“Ma perché venga fuori – soprattutto in Italia – una vera cultura ambientalista, è necessario che il mondo adulto creda veramente nelle potenzialità e nelle proposte alternative dei più giovani” ci spiega Simone Martuscelli, attivista del movimento matesino. “Non siamo solo smartophone e tablet, ma persone capaci di pensare e generare cambiamenti”
I ragazzi delle scuole superiori, delle medie e delle elementari che hanno attraversato le strade di Piedimonte Matese in maniera pacifica, non sono arrivati impreparati a questo momento, ma tutti, anche guidati nei giorni precedenti da professori e insegnanti si sono soffermati sui temi discussi in questo momento come l’innalzamento delle temperatura globale e l’uso smodato delle plastiche: è stato più facile in questo modo intonare cori e mettere sventolare striscioni a favore di un altro clima, di un nuovo clima.
La giornata ribattezzata “Eco Day 2019”, organizzata dalla sezione locale del movimento lanciato dalla giovane attivista svedese Greta Thunberg, è proseguita con una assemblea nella Villa Comunale dove erano presenti sia gli attivisti di Fridays For Future Matese sia esponenti delle associazioni ambientaliste locali o semplici partecipanti: qui alle presenza del vicesindaco di Piedimonte Matese, Ivan Filetti, e del consigliere comunale Monica Ottaviani, dopo aver discusso i temi hanno dato lettura al documento che anticipa le mosse delle prossime settimane.
L’assemblea infatti ha presentato una mozione per chiedere ai comuni dell’area matesina di dichiarare lo stato di Emergenza Climatica e di conseguenza ad intraprendere iniziative per contrastare il riscaldamento globale, così come hanno già fatto i comuni di Napoli, MIlano, il parlamento del Regno Unito e quello del Canada, e come si avviano a fare altre città e comuni di tutto il mondo.
Non si tratterebbe di sglare un protocollo d’occasione o limitato – nelle responsabilità – a tempi circoscritti, ma di assumere impegni e obblighi perchè i cittadini cambino i loro stili di vita a favore di un mondo (a partire dai propri spazi pubblici) più sano.
L’altra richiesta riguarda l’adesione (sempre da parte dei comuni) alla campagna Città libere dai pesticidi (Pesticide free towns) che viete l’utilizzo dei pesticidi nelle zone urbane nel rispetto della direttuva europea del 21 ottobre 2009 sull’Utilizzo Sostenibile dei Pesticidi.
Entrambe le richieste potrebbero essere già discusse da un Consiglio comunale straordianrio della Città di Piedimonte Matese a metà giugno in attesa di passare poi al lavoro con gli altri comuni del territorio.
Ma la lotta per la tutela dell’ambiente non si ferma solo a questo: il movimento matesino ipotizza un confronto con il Parco Regionale del Matese per promuovere la conreta riduzione dell’utilizzo di plastica nell’area del Parco.
Fridays For Future Matese va così ad affiancarsi, fatta salava la specifica protesta dei nostri giovani, alla linea delle associazioni locali che ci mettono il cuore, i progetti e soprattutto il tempo per difendere e tutelare la naturalezza del territorio.
L’Italia, e così il Matese, sono giunti in ritardo sulla protesta.
Come spesso accade, il Belpaese, dalle idee uniche e brillanti rispetto alle soluzioni, ha mosso con più lentezza e meno vigore le proprie azioni per un futuro più green, almeno fino ad oggi. Diramazioni di associazioni ed enti che troppo spesso viaggiano verso lo stesso obiettivo ma su strade distanti tra loro più che parallele, con il difficile incontro al tavolo delle relazioni e delle soluzioni.
Questa mattina i risultati elettorali per il voto europeo confermano chiarmente il trend tutto italiano: il partito Europa Verde ha incassato il 2,3% dei voti mentre in Francia, Germania, Spagna, e Regno Unito si è attestato tra i primi gruppi.
“Da troppo tempo in Italia, conclude Simone Martuscelli commentando insieme il dato statistico, cultura dell’ambiente si fa corrispondere ad un’errata volontà di progresso. Non è così. E noi vogliamo smentirci con i fatti“.