Questa sera, 31 maggio, ultimo appuntamento con la rassegna letteraria Il Maggio dei Libri, come sempre alle ore 18.30 presso la Biblioteca diocesana. Notevole il successo che l’iniziativa sta riscuotendo, tanto da spingere il direttore della Biblioteca Luigi Arrigo a lanciare una proposta nel corso del precedente incontro, ossia continuare a battere il sentiero già tracciato, promuovendo in futuro iniziative di simile portata.
La serata, che sarà animata dal prof. Giuseppe Truini avrà come titolo Guarda che luna! A cinquant’anni dall’allunaggio. Tema proposto dalla stessa campagna nazionale “Il Maggio dei Libri” insieme agli altri celebri anniversari scelti come per Il Giovane Holden di Salinger, Leonardo da Vinci, l’opera di Primo Levi.
La Luna è da sempre uno dei soggetti più suggestivi dell’Arte e della Letteratura di tutti i tempi. Non esiste corrente artistica che non le abbia dedicato un tributo, primi fra tutti i surrealisti e Magritte in particolar modo. Ma anche la Letteratura, da Dante fino a Italo Calvino, nelle sue Cosmicomiche, passando per l’Orlando furioso di Ariosto, dove Astolfo arriva a recuperare la ragione persa dall’Orlando divenuto furioso.
Il prof. Turini proporrà letture e scritti frutto di epoche diverse: da Saffo e Luciano di Samostata fino ad arrivare a Quasimodo, attraversando il genio di Leopardi che alla Luna ha dedicato versi intramontabili, basti pensare al canto Alla Luna o al Canto notturno di un pastore errante dell’Asia. La serata terminerà con il consueto dibattito, dal quale emergono interessanti spunti di riflessione e proposte di lettura sempre nuove.
Con il reading di questa sera si chiude un’esperienza rivelatasi molto soddisfacente, che ha permesso di centrare gli obiettivi prefissi dagli organizzatori, con la speranza di far tornare gli ospiti a casa con una maggiore voglia di leggere. Un piccolo ma importante contributo con cui si auspica che l’indice di lettura, che in Italia si attesta a uno dei livelli più bassi rispetto agli altri Paesi europei, possa innalzarsi, e che queste “buone pratiche” vengano usate come strumento di lotta all’analfabetismo funzionale e alla mancanza di senso critico.