Il novenario in onore di San Marcellino, patrono di Piedimonte Matese, ha visto nella parrocchia di Santa Maria Maggiore che ne custodisce il culto, la presenza di fedeli e diversi sacerdoti in preparazione alla festa che ricorre il 2 giugno.
Prete Santo e Martire della fede è stato il tema della riflessione, individuato dall’amministratore parrocchiale don Domenico La Cerra che ha accompagnato la comunità in questo tempo, avendo come riferimento l’esortazione apostolica Gaudete et exultate di Papa Francesco.
Tra le meditazioni, durante ogni celebrazione vespertina, anche quella curata da don Antonio Mastantuono, viceassistente generale dell’Azione Cattolica Italiana, presenza che ha portato in Santa Maria Maggiore una rappresentanza dell’Azione Cattolica diocesana.
Dalla penna del presidente diocesano di AC, Cinzia Brandi, condividiamo la sintesi delle parole di Mastantuono, riflessione sulla santità della “porta accanto”, chiamata ad un cammino di conversione che interessa tutti.
Cinzia Brandi – “La Santità interessa tutti!”.
Così don Antonio ha iniziato la sua riflessione.
“C’é una Santità che ci appartiene…quella di Tutti i giorni. È un dono che viene offerto a tutti. È il carattere distintivo di ogni cristiano”. E così citando tanti testimoni della grande famiglia di Azione Cattolica, ha posto l’attenzione su come la santità di ciascuno di essi, ma anche di ciascuno di noi, si costruisce giorno per giorno e si alimenta e cresce in relazione all’accoglienza di Dio nella nostra vita.
Mettere Dio al centro. Accoglierlo e lasciarci trasformare da lui.
Don Antonio ha lasciato alla comunità presente in Basilica tre immagini: “il Monte delle Beatitudini, la sorgente della Santità, un programma di Vita ed un Manifesto che attraverso 8 frasi lascia e lancia un insegnamento per la nostra vita; Nazaret, immagine e luogo della santità feriale. Il luogo dove Gesù si è confrontato con i suoi, ha misurato la sua vita. Il luogo dove Gesù insegnava non solo a chi lo circondava, ma anche a noi, qui, in questo tempo, a vivere dell’essenziale, ad essere liberi dagli stereotipi e dai condizionamenti. Nazaret è la vita quotidiana, quella delle case, delle strade.
E come ultima immagine, Cafarnao. Il luogo dove Gesù insegna, parla alle folle, dove compie dei gesti importanti. Cafarnao è l’esempio della condivisione, dello stare insieme e solo insieme si diventa Santi. Cafarnao è anche il luogo in cui Gesù salva il Paralitico.
C’è un movimento, c’è azione. E allora la Santità deve racchiudere l’Azione: non possiamo stare fermi ed inerti”.
Don Antonio ha terminato lasciando un messaggio. “La Santità è di tutti. Ma bisogna esserne convinti. E stare accanto a chi è povero, affamato, malato, indifeso, prigioniero…perchè è lì che si incontra il volto di Cristo”.
Tendere la mano anche a chi non la porge, bussare alla porta di chi quella porta l’ha chiusa lasciandoci fuori.