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Alife. A Salvatore Fattore, l’uomo del dissesto finanziario, encomio per professionalità e trasparenza

Il Commissario prefettizio Anna Manganelli ha segnalato il professionista ai Prefetti di Napoli e Caserta per le competenze lavorative e le doti umane dopo un altro periodo di condivisione lavorativa al Comune di Nola

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Salvatore Fattore, lo abbiamo conosciuto ad Alife. Di poche parole, di molto lavoro.

A lui, responsabile dell’Area Finanziaria al Comune di Alife durante l’Amministrazione del Sindaco Salvatore Cirioli, è toccato fare ordine tra le casse dell’Ente avviando quel lento processo di studio che a portato nella primavera del 2017 a votare in Consiglio Comunale il dissesto finanziario.
Lo abbiamo ritrovato, a distanza di qualche tempo, a svolgere lo stesso delicato compito, con la professionalità di sempre al Comune di Nola: un lavoro che gli è valso il pubblico encomio del Vicecommissario prefettizio dott.ssa Anna Manganelli con cui ha collaborato, riportando nelle casse dell’ente nolano 3 milioni di euro rispetto al disavanzo di 37 milioni denunciato all’inizio della gestione commissariale.
La dott.ssa Manganelli ha evidenziato di lui la disponibilità, la preparazione professionale, lo spessore umano, concreti nel rapporto con il personale dell’Ente e con chi  -come lei – ha guidato l’Ente per circa un anno.Persona senza compromessi, di quelle che pagano il prezzo del loro impegno con il pesante giudizio di chi si ostina sulla strada del marcio favore piuttosto che quella dei doveri civici. È accaduto anche ad Alife dove l’invito a pagare le tasse per tenere (anche per tenere in piedi l’Ente), rivolto ai cittadini, a molti è apparso più un torto che un principio inconfutabile di legalità.
Ad Alife, il suo lavoro meticoloso di riordino e poi di denuncia del buco economico della Città ha riversato su di lui la diffamazione cui ora il viceprefetto Manganelli replica indirettamente con un ‘grazie’ pubblico segnalando la sua persona “ai prefetti di Napoli e Caserta per ulteriori delicati incarichi che si ritenesse opportuno affidargli”.

La verità, nella sua esperienza lavorativa – nei mesi alifani dove è rimasto al lavoro anche nella gestione commissariale sempre affidata al Viceprefetto sopra citato – è valsa molto più che il facile consenso popolare: ha rappresentato l’esempio sano di cui non dovremmo temere di raccontare, o di imitare.
I buoni esempi sono tra le imprese normali, di quei pochi spesso additati come eroi ma che di fatto non lo sono se non per il coraggio di vivere il loro lavoro e la loro vita nel rispetto della legge, delle persone, dei ruoli, del bene comune.

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