Se ci sono giorni in cui tutta la Comunità diocesana è festa, sicuramente tra di essi spicca il 13 giugno: tale data, consacrata al culto di Sant’Antonio di Padova muove anche nella nostra terra i fili di una devozione fortissima, capillarmente distribuita, che si rivela di paese in paese, di parrocchia in parrocchia, attraverso una serie di iniziative semplici, ma tutte colme di Fede ed amore verso un Santo dai tratti profondamente umani, che la gente sente presente e vicino in tutte le necessità della vita.
Chi era Antonio di Padova. Fernando di Buglione nacque a Lisbona nel 1195: entrato prima nei Canonici regolari di Sant’Agostino ed ordinato sacerdote nel 1219, sull’onda emotiva generata dal rientro a Coimbra dei copri di 5 Frati martirizzati in Marocco, chiese ed ottenne di diventare francescano: tentò di partire missionario, ma la sua barca naufragò a Messina. Presente al Capitolo generale di Assisi, a partire dal 1222 iniziò a rivelare le sue profonde doti di predicatore, evangelizzando il nord Italia e la Francia, infestate dall’eresia. La salute tuttavia cominciò ad abbandonarlo presto e sentitosi male, chiese di essere riportato a Padova, spirando alle porte della città, presso il convento dell’Arcella (13 giugno 1231). Circondato fin da subito da una devozione popolare fortissima, venne canonizzato appena un anno dopo la morte, mentre nel 1946 ricevette il titolo di Dottore della Chiesa.
La festa del Santo in diocesi. Sono numerosissimi i centri all’interno dei quali il Santo padovano viene festeggiato: da Castello del Matese, dove è Patrono della cittadina fino a Baia e Latina, i cui festeggiamenti sono abbinati a quelli del Patrono San Vito, passando per Prea di Castel di Sasso, dove la Messa in onore del Santo fa da apripista alla Festa patronale della Madonna di Costantinopoli, in programma nel mese di luglio.
Nemmeno il più piccolo dei paesi della diocesi rinuncia al rito della processione del Santo: si va da quella serale di San Gregorio Matese a quelle di Ailano e Raviscanina, quest’ultime differite a domenica prossima, per coinvolgere quanti più fedeli possibili.
Non manca il caratteristico, nella devozione locale al Santo dei miracoli: mentre la stessa Raviscanina anticipa la festa con la passeggiata attraverso i Vicoli in fiore, a Caiazzo la Memoria liturgica di Sant’Antonio viene preceduta dalla celebrazione del Transito, nel giorno della Vigilia; anche la tradizione del Pane benedetto, distribuito al termine della Messa trova spazio a Valle Agricola e Piedimonte Matese ed in quest’ultimo caso si impone con la tradizione di accompagnare in processione i bambini ed i ragazzi rivestiti con piccoli sai francescani.