A Fabrizio Maria Castrillo di Piedimonte Matese, alunno della III C alla Scuola media Giacomo Vitale, il primo premio del concorso “Accorciamo le distanze – quando le parole sono un ponte”, promosso dall’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Un concorso di carattere nazionale che ha visto la partecipazione di ben 500 alunni e studenti, dalla Scuola dell’Infanzia alle Superiori, e dove nella categoria narrativa riservata agli alunni delle medie ha spiccato su tutti “il nostro” giovanissimo, vincitore l’elaborato dal titolo Respect (scarica qui): un racconto breve, in cui le parole dell’autore, chiare ed immediate facilitano l’immaginazione proiettando il lettore già dalle prime battute nei luoghi e nelle emozioni dei protagonisti; come a sembrare il testo di una sceneggiatura, piacevolmente se ne ricavano le scene e il contesto emotivo, sempre in tensione, dall’inizio alla fine del racconto.
Un testo che conferma la sensibilità al tema del bullismo che i ragazzi in questa fascia di età riflettono, meditano, condividono e talvolta subiscono: è forte l’introspezione dell’autore, e soprende che venga sempre dai più giovani, il coraggio di guardarsi allo specchio ammettendo con severità la colpa di non aver evitato il dolore di un amico.
Doppia responsabilità per l’autore, non solo per il tema trattato, ma la capacità di averlo legato a quello dell’accoglienza dello straniero e dell’integrazione sociale.
Lo scorso 24 maggio, Fabrizio Maria Castrillo ha ritirato il premio nella Sala Padre Agostino Gemelli nella sede milanese dell’Unuversità Cattolica, accompagnato dai genitori; davanti a lui l’insidacabile Giuria (tra i membri la scrittrice Elena Rausa, autrice per Neri Pozza Editore di Ognuno Riconsoce i suoi, 2018) che a motivato con queste parole il riconoscimento dato al giovane di Piedimonte Matese: “Abbiamo deciso di indicare come vincitore del concorso Fabrizio Maria Castrillo per l’originalità del soggetto e il talento narrativo. Non è semplice scrivere di bullismo. L’autore ne parla con sentimenti forti, evocando immagini intense e commoventi. Il racconto è ben concepito; coinvolge il lettore nel quotidiano dei due giovani protagonisti, riuscendo ad emozionare e a far riflettere sul dramma del bullismo nelle scuole. È necessario essere capaci di uscire da se stessi e guardarsi nelle azioni di ogni giorno per capire dai propri errori.
Un concorso come questo, e come i tanti che oggi la Scuola italiana promuove in collaborazione con Associazioni ed Enti, conferma di non essere una celebrazione fine a se stessa e a chi vi partecipa, ma l’occasione collettiva per dirsi come essere migliori, soprattutto se la provocazione viene dalla penna coraggiosa di un giovane studente.
A Fabrizio, e ai tanti volenterosi come lui, auguriamo non solo il successo di una “bella scrittura” anche in futuro, ma la capacità di contagiare coetanei ed adulti con il suo messaggio senza veli.