Se sport è metafora di civiltà, allora ci sono buone speranze.
Se sport è metafora di pace, allora la nostra terra matesina può dirsi al sicuro da discriminazioni interne; può dirsi presidio di accoglienza senza riserve.
È un augurio? Anche…
Perché lo sport e chi lo pratica, merita di poterlo godere non solo come strada per il successo (non necessariamente), ma come esercizio costante di vita e di disciplina (verso se stessi e gli altri). E i risultati verranno da sé, vuoi in politica, vuoi nelle associazioni, vuoi nei gruppi spontanei…
La riflessione viene dalle tante immagini che negli ultimi mesi hanno affollato la cronaca locale con i successi e i bei risultati delle realtà sportive (soprattutto giovanili) che popolano il territorio e in particolare la città di Piedimonte Matese. Un colpo d’occhio sintetizzato in occasione dell’arrivo della torcia olimpica che sta compiendo la sua corsa “verso” le Universiadi 2019, la manifestazione olimpica riservata agli universitari, alla sua 30ª edizione, che la nostra bella Regione ospiterà dal 3 al 14 luglio impegnando impianti sportivi, alberghi, strutture di accoglienza e poli turistici di diverse città campane.
L’antico fuoco olimpico è stato qui, ha bruciato il Matese del suo messaggio di pace.
Quella torcia, da qualche anno in un design ridisegnato e in continua evoluzione di stile, eterna nella sua simbologia e severa nel suo antico linguaggio è tornata a parlare di pace che spegne ogni scontro.
A portarla per mano, ai piedi del Matese, i due campioni campani Patrizio Oliva e Davide Tizzano, il primo nella boxe, il secondo nel canottaggio, vanto dello sport italiano quello pulito, tenace, ancorato ai valori della vita e molto spesso della fede.
Un breve elenco di città attraversato dal fuoco olimpico, Losanna, Milano, Città del Vaticano, Avellino, Caserta e tra le grandi, anche Piedimonte Matese. A lavorare per questo passaggio, l’assessore regionale al Lavoro e Risorse Umane Sonia Palmeri, cittadina di Piedimonte che ha voluto sul territorio l’aria buona della grande festa sportiva internazionale e in particolare il messaggio universale che essa racchiude.
Location dell’evento matesino, la sala cinematografica del Cotton Movie dove hanno trovato posto tutte le società sportive della Città e gli appassionati di sport. Non solo applausi e ritorno emozionati ai momenti di gloria di Oliva ae Tizzano, ma anche la voce ufficiale dell’Evento, nella presenza esclusiva di Annapaola Voto, Dirigente Responsabile dell’Area istituzionale dell’Agenzia Regionale per le Universiadi 2019 che ha fatto sintesi dell’intera progettazione della manifestazione internazionale (dagli aspetti amministrativi, legali, logistici, promozionali, istituzionali, economici) rivelando il volto di una Regione competente e pronta a sfide globali come queste.
LA TESTIMONIANZA
Patrizio Oliva, amico del Matese
L’ha conosciuta bene la nostra terra quando nel dicembre del 1982, da pugile professionista si preparava all’incontro che lo avrebbe promosso, di lì a qualche giorno (ai primi di gennaio del 1983) Campione europeo di pesi superleggeri. In quella circostanza sceglieva la palestra del maestro Giuseppe Corbo (presente alla cerimonia del Cotton visibilmente emozionato, insieme ad altri due campioni locali della box, protagonisti di diverse edizioni olimpiche, Luigi Camputaro a Montreal nel 1976 e Jhayn Vittorio Parrinello a Pechino nel 2008 e a Londra nel 2012).
“Ricordo che trascorsi da solo quel Capodanno perché dovevo combattere il 5 gennaio: fu un po’ triste ma ne valse la pena perché diventai campione d’Europa”, le prime parole di Oliva ricordando l’evento hce gli apriva di fatto la strada del successo.
Per lui la domanda da parte di Lorenzo Di Caprio, giovane giornalista sportivo originario del matesino che ha moderato gli interventi in sala: Il pugilato ha salvato molte persone, dunque è ancora più forte il messaggio che arriva da un campione come te…
“Lo sport è strumento di aggregazione sociale, di inclusione; uno strumento altamente educativo, formativo, ecco perché va diffuso quanto più possibile tra i giovani”. Parole spedite, convinte e convincenti nei toni del campione della boxe nato in Campania. “È importante perché è una scuola di vita, ci insegna valori fondamentali come il rispetto delle regole, lo spirito di gruppo, la solidarietà, la tolleranza, il senso di appartenenza e il rispetto dell’avversario che tradotti in senso civico sono il rispetto delle leggi, dell’ambiente, il rispetto della persona in generale. Per questo motivo lo sport non va visto solo come uno strumento che allena un corpo o che fa partecipare ad una gara, ma anche come promozione alla salute e prevenzione delle patologie del cuore e dell’obesità”.
Lo sguardo del campione si è poi allargato allo sport come esclusivo campo di inclusione. “Lo sport ha fatto miracoli. Se pensate alle paralimpiadi e come hanno trasformato il dolore in gloria, una condanna in un nuovo inizio di vita…”
E se lo sport non ci fosse? Quale società potremmo immaginare? In questo modo le parole di Patrizio Oliva vanno a toccare i contesti sociali più difficili, anche a Piedimonte Matese, dove messaggi di questo tipo si rendono ugualmente importanti. “Lo sport è necessario in quest’epoca di degrado generazionale. Cari giovani, sappiate che senza valori e senza regole non abbiamo né dignità umana né convivenza … Lo sport tiene lontani tanti ragazzi dal crimine ed ecco perché e difficile che ci pratica uno sport faccia il bullo a scuola, anzi è portato solitamente a proteggere il più debole…”
Un messaggio dopo l’altro, in una riflessione che si è fatta globale, appunto “olimpica” nel senso più alto e più vero che questo genere di manifestazioni come le Universiadi racchiudono: “dove c’è pratica sportiva non c’è razzismo perché ad uno sportivo non interessa il colore della pelle; dove c’è pratica sportiva non ci sono barriere culturali; l’atleta rispetta qualsiasi orientamento religioso e sessuale”.
Parole, quelle di Oliva, che a pochi giorni dalle Universiadi non fanno altro che tenere alta l’attenzione di tutti sulla grande manifestazione incuriosendoci forse un po’ di più rispetto a ciò che accadrà, ma soprattutto a considerare ogni forma di gioco sportivo l’occasione per completarsi, imparando dall’allenamento e dalla competizione, ad esercitare e far parlare la dignità di ogni uomo che lui ha citato.
Le sue parole “dedicate” a questo Matese rimangono esclusive.
“È la prima volta che accade una cosa del genere per la nostra Città”: il commento dei partecipanti nella sala del Cotton. Un privilegio che sarebbe bello trasformare in occasione non in una comune foto ricordo di quel caldo pomeriggio del 7 giugno 2019, ma in una proposta di riflessione, a cui dare continuità.