Due luoghi filangieriani si sono “incontrati” nel convegno svoltosi a San Potito Sannitico il 30 giugno: il Palazzo Filangieri e Cava de’ Tirreni, la città dove Gaetano Filangieri trascorse gli ultimi anni della sua breve ma intensa esistenza di studioso, giurista e filosofo, morto all’età di 35 anni nel 1788. In questo luogo poco distante dalla bellissima costa campana è sorto il Centro studi Gaetano Filangieri, presieduto dal prof. Paolo Gravagnuolo presente all’incontro tenutosi nel cortile del palazzo matesino gremito da un pubblico attento e numeroso, accolto con grande cordialità dalla contessa Sissy Filangieri e da sua figlia Yvonne.
Dopo i saluti commossi della contessa e un suo ricordo appassionato dell’illustre avo, il sindaco Franco Imperadore ha sottolineato l’importanza del Palazzo e della famiglia Filangieri nella storia e nella vita della piccola comunità locale, dicendosi orgoglioso di aver contribuito all’organizzazione dell’evento.
Lo stesso orgoglio manifestato dal prof. Costantino Leuci (da una sua idea è nata l’occasione di incontro in nome di Filangieri) che ha poi ricordato l’importanza del suo pensiero illuminista nel panorama europeo e la profondità filosofica della sua formazione, ispirata da grandi pensatori come Vico, Giannone, Voltaire e Rousseau. Una formazione che, unita alla sua radicata sensibilità per la dignità di tutti gli uomini, lo ha portato a progettare e realizzare, sia pure in modo incompiuto per la morte prematura, la grande opera della sua vita, quella Scienza della Legislazione che ha ispirato Franklin e Napoleone, Pagano e Mazzini, fino a far sentire i suoi influssi su molte delle moderne costituzioni europee e non solo.
L’avvocato Francesco Biondi, Presidente del Consiglio comunale di San Potito, ha poi messo in luce la modernità delle teorie più specificamente giuridiche del Filangieri, soprattutto quelle dedicate alla giustizia e al sistema penale che egli sognava come proprio di uno stato guidato dalla ragione.
Ad un altro aspetto di grande modernità del suo pensiero, ha dedicato il suo intervento la prof.ssa Maria Pia Vozzi: l’educazione, che Filangieri arriva ad immaginare pubblica e gratuita per tutti, in un mondo nel quale l’ignoranza delle masse popolari era invece considerata non solo inevitabile ma quasi preferibile. Per lui, invece, senza una istruzione diffusa mai sarebbe potuta sorgere un’opinione pubblica consapevole che è lo strumento per prevenire ogni dispotismo e che anzi può indirizzare i governi alle scelte più giuste, come quell’abolizione del sistema feudale che Filangieri riteneva ineludibile.
Infine, il prof. Paolo Gravagnuolo ha tratteggiato con grande sapienza la rete delle relazioni che Filangieri intratteneva con i più grandi filosofi e scrittori del tempo (il tedesco Goethe lo va a trovare e gli dedica parole di grandissima ammirazione), intrattenendosi con dovizia di particolari sull’appartenenza di Gaetano Filangieri alla loggia massonica napoletana e sui suoi rapporti con i maggiori rappresentanti francesi, tedeschi e americani del mondo dei “liberi fratelli” i quali gli tributarono grandi onori, sia in vita che dopo la morte.
Insomma, un personaggio di grandissimo spessore che ha ancora molto da dire con la sua visione utopica ma ragionevole, al quale tutti i convenuti hanno deciso di dover dedicare altri e più sistematici momenti di studio e di approfondimento nel “magico” Palazzo di San Potito.