Giulia D’Angerio nel cuore dei matesini, da sempre. Tutto confermato una settimana fa con la pubblicazione di un articolo a lei dedicato, firmato dal marito Carlo Pastore. Entrambi hanno amato e fatto amare il Matese e proposto una visione e un’esperienza per la montagna che fosse non solo sport ma anche impegno sociale e civile.
Numerosi i consensi e l’affetto raccolti dalle parole, scritte non senza emozione, dal marito per la rubrica Matese tra moderno e contemporaneo. Tra i commenti, apparsi un po’ ovunque in quei giorni, anche la proposta giunta direttamente sul nostro sito, di dedicarle un sentiero del Matese. Idea di cui si è più volte parlato, su cui più volte il Club Alpino Italiano – Sezione di Piedimonte Matese ha discusso e che ora torna a parlarne: “la Sezione da anni ha avuto questa idea che non voleva essere solo un sentiero, ma qualcosa in più, besì un progetto che rispecchiasse la ricchezza e la poliedricità della stessa Giulia”.
A parlarne è Franco Panella, presidente del CAI matesino, fondato proprio dai coniugi Pastore-D’Angerio.
“Era ed è nostra intenzione progettare e realizzare un sentiero didattico, molto più complesso nella esecuzione e di conseguenza più costoso”, continua Panella indicando che non si tratta solo di memoria nei confronti di Giulia D’Angerio, ma soprattutto di prosecuzione del suo impegno, come accogliere un’eredità (di valori e di impegno) da trasmettere.
“L’idea del sentiero dedicato all’amica è quello che partirebbe da Sella del Perrone, seguendo sulla cresta la faggeta del confine politico tra Campania e Molise, passa per Macchia Strinata (1629 mt s.l.m., ndr) fino a raggiungere Monte Mutria”. Una scelta non casuale, nè dettata da particolari esigenze del Club se non per il fatto che “Giulia l’aveva indicato come il suo preferito”.
L’idea resta nel cuore del locale Club Alpino Italiano che spera di dare presto vita e onore ad un progetto che arricchierebbe la proposta della Sezione continuamente impegnata sul territorio a promuovere la cultura della montagna. Gli amici di Giulia e l’intero Matese attenderanno, e non mancheranno nel dare una mano, perchè da lei è venuto tra i tanti messaggi quello di essere insieme per il territorio, a partire da azioni concrete e audaci.
Giulia D’Angerio e Carlo Pastore, una vita insieme per il Matese
Bellissima idea condivido di scegliere il sentiero che preferiva ma dove indicare con una lapide il nome ? le mappe non esistono più complimenti per L iniziativa
Conobbi Giulia, nel lontano 1985, partecipavo ad un incontro in cui presentava le sue diapositive (foto molto belle scattate con la macchina fotografica : allora il digitale era rappresentato dai primordiali PC Olivetti e IBM) sui fiori del Matese.
Ero andato a Palazzo Ducale di Piedimonte – luogo dell’incontro – per motivi di lavoro e tecnico scientifici. Era un’epoca in cui l’erosione dei patrimoni genetici iniziava a mostrarsi in modo molto virulento. E la consapevolezza di salvaguardia della biodiversità prendeva corpo.
Mi colpì molto l’amore e la competenza che Giulia – supportata in modo magistrale da Carlo – riservava a quei fiori e alle loro piante. Alla fine, pur avendo capito molte cose, mi dispiaceva abbandonare quel contesto che a me, uomo di mare proveniente da Napoli, affascinò e fu un colpo di fulmine.
L’immediata iscrizione al CAI di Piedimonte Matese, con la tessera firmata da Giulia, fu la logica conclusione di quella sera nobile e l’avvio di un proficuo “rapporto” con il Matese che continua in modo intenso anche oggi.
Grazie Giulia, unitamente a Carlo, per quanto hai dato a chi ama, studia e rispetta la natura. Un caro e intramontabile ricordo ci accompagnerà quando percorreremo “ il tuo Sentiero”.
Sergio Vellante
Casamicciola T. 19/07/19
Grazie per questo bel ricordo e questo contributo, che ben si integra con tutto quello che è stato detto e scritto su Giulia D’Angerio. Sarà nostra premura veicolare al CAI le sollecitazioni che da lei e altri lettori ci giungono in queste ore.
Buona giornata
Grazia Biasi, direttore responsabile
Carlo Pastore nel ringraziarvi ricorda:
“Per dare un taglio ancora più ecologico con il CAI organizzammo la traversata Alife- Boiano per unire e leggere il territorio del Sannio Pentro. La realizzammo facendo arrivare i partecipanti ad Alife in treno e dopo averla visitata intraprenderemmo il percorso per Prete morto. Dopo aver dormito in albergo, il giorno seguente partimmo per la seconda tappa, destinazione Boiano. Da qui con il treno gli escursionisti rientrarono a Napoli”
Nei giorni scorsi ho seguito i vari commenti con la pubblicazione della tessera cai di Giulia,i ricordi di Carlo Pastore e le risposte di Franco Panella. Tutti questi fatti, che, riguardano il dopo Giulia li ho vissuto da segretario della sezione cai di Piedimonte. Non vi nascondo la mia amarezza sul modo e sul metodo con cui si ritorna a parlare del Sentiero da dadi are a Giulia. È una storia vecchia di circa otto anni fa e il Direttivo della sezione si riunì e Decise all’unanimità di dedicare a Giulia il Sentiero mensionato da Franco Panella.E’ sul Come è cioè al sentiero segnalare un percorso didattico. Alcuni di noi si sono battuti allora e in seguito di intestare prima il Sentiero è in un secondo momento studiare la didattica. Questi i fatti. Quello che posso dire è un invito a Carlo di muoversi sullo studio didattico per recuperare questo ingiustificato ritardo. Giulia D’Angerio non è stata solo una donna del cai e per quello che ha rappresentato per il Matese e le Comunità montane coinvolgerei anche il Parco al discorso da voi sollevato. Cordiali saluti Gino Guadalupo.