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Parco del Matese: rifiuti, vivibilità, economia. Se ne discute tra Sindaci e Associazioni

Toni accesi rispetto ai problemi di sempre sul versante campano del Parco: la difficoltà di gestire lo smaltimento illecito di ogni tipo di rifiuto. In arrivo 19 Guardie ambientali e un tavolo tecnico per soluzioni concrete

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Parco del Matese. Tutto da rifare?
È tempo di nuove e necessarie rotte nello stile…di chi lo amministra, di chi lo abita, di chi lo visita (anche maltrattandolo).
Toni accesi, ma non senza la volontà e l’appello congiunti di trovare soluzioni per il bene e il futuro dell’area matesina, presto destinata al battesimo di Parco Nazionale, e ormai parte del bel prgetto che lo vede membro dell’Appennino Parco d’Europa (APE) di cui il Matese rappresenta l’ultima estensione geografica (da un’Idea di Leagambiente e Regione Abruzzo).
Tutto questo presso la sede del Parco Regionale del Matese, ieri pomeriggio, per la convocazione del presidente Vincenzo Girfatti rivolta ai Comuni, alle Associazioni, ai cittadini del territorio parco.
Confronto partito sulla necessità di fare chiarezza e darsi insieme una ripartenza rispetto al diffuso malcontento che divide tutti gli attori sulla gestione, la cura, la tutela, e la fruizione degli spazi e l’assenza di servizi, di cui tra gli amministratori locali si attribuisce qualche responsabilità all’Ente stesso.
“Se non facciamo squadra, a prescindere dai colori politici di appartenenza, saremo il fanalino di coda del Parco nazionale nascituro”. Ha rivendicato la necessità di un comune senso di appartenenza al Parco “anche se non sono originario di questo territorio…” perchè da tutti, dall’impegno necessario di tutti, vengano soluzioni come quelle urgenti rispetto al problema dell’abbandono indiscrimanto dei rifiuti sul Matese.
L’immediatezza e l’impatto dei social, il loro racconto in tempo reale dello scenario che si presenta ogni weekend, oggi acuisce un problema ed una polemica che sono da sempre. Ed è proprio quel “sempre” che tuttavia stanca e sta creando maggiore divario tra i Comuni, l’Ente e le Associazioni locali, queste ultime le sole che in più occasioni hanno mostrato la capacità di saper gestire l’inciviltà dei gitanti di turno o semplicemente venire incontro ai bisogni di chi transita anche solo per poche ore sul Matese.
Ai sindaci, responsabili dell’ordine pubblico e autorità sanitarie nei territori di competenza, la richiesta di azioni mirate come la collocazione di scarrabili (cassonetti container) o cassonetti per i rifiuti compatibili con l’ambiete e il paesaggio, la collocazione di divieti di abbandono rifiuti, maggiori e severi controlli da parte della polizia municipale.
Sotto i riflettori il Comune di San Gregorio Matese, quello maggiormente esteso nell’area del Parco. Replica accesa da parte del sindaco Giuseppe Mallardo e pesanti accuse nei confronti dell’incontrollabile inciviltà di chi violenta il Matese trascurando ogni forma di rispetto delle regole chiamando in causa – non senza il disappunto dei presenti – lo stile di persone identificate per provenienza geografica dall’interland napoletano.
Ripetuti botta e risposta tra i presenti, moderati dal presidente Girfatti, molti dei quali grati ai turisti/gitanti campani, le cui presenze (numericamente superiori rispetto ai locali) garantiscono una più vivace economia nei fine settimana.

Il pagamento di un “ingresso” al Parco del Matese?
Ipotesi tra quelle avanzate, portando come esempio il caso della Cipresseta di Fontegreca dove il piccolo dazio pagato dai turisti consente oggi ad una associazione locale di aver cura della cipresseta (rara cipresseta!) e di fornire ai turisti i sacchetti necessari alla raccolta dei rifiuti. Piccoli esempi di buone prassi che – potenziati o ritoccati – non si escluderebbero anche in altre zone.
Ancora divario e confronto serrato sull’abbandono dei rifiuti ingombranti, alcuni in giacenza da diversi anni nella boscaglia, senza che da parte dei Comuni ci sia stato mai un intervento o persino la conoscenza di remoti spazi abitualmente “discariche”, mentre gli stessi, d’altro canto, subiscono le denunce dalla Provincia per gli ingombranti “visibili” e a portata di mano (e di raccolta) che non si fa in tempo a prelevare e smaltire (e sono tanti) prima dell’arrivo dei controlli.
La fatica di amministrare è emersa tutta nell’incontro di ieri, in particolare per la necessità dei primi cittadini di inserire tra le emergenze e gli impegni di routine la cura di aree che seppur lette come un peso in più, non rappresentano altro che una risorsa in più su cui ancora non si è investito in maniera pensante e lungimirante.
Come potrebbe in tal senso trovare concretezza la proposta di un turismo “selettivo” che pure è avanzata con il consenso di molti?
Unanimità infatti sulla totale revisione della presenza turistica nel Matese: favorire nel tempo una sorta di rinnovamento degli ospiti della nostra montagna, far sì che a scegliere il lago, i pianori di orgine carsica (unici), sia una altro genere di persone più motivate e ben disposte a spendere pochi euro in più per fruire di servizi all’altezza delle aspettative. Generare nel turista il rispetto dei luoghi, è un atteggiamento che nasce davanti ad un luogo già di per sè curato, bello, dove emerge e conta l’originalità di chi ne ha cura, di chi lo reinventa quotidianamente: anche questa la proposta avanzata. “La bruttezza, abitua ad ulteriore bruttezza” si è detto: ancora una volta la reazione e la spinta positiva è venuta dalle Associazioni, pronte ad affiancare e sostenere i Comuni nel loro percorso di crescita nel Parco Nazionale del Matese che in questa occasione, come in altre, non temono di avanzare soluzioni, riflessioni, ragionevoli proposte, e chiamare in causa la bellezza della santità francescana che nel poverello di Assisi si è fatta modello di passione  anche per il Creato.
Le azioni? Prendono forza e forma a partire dalla comune speranza, quella di singole e piccole imprese che, affiancate, fanno l’unico Parco.
Tra le novità portate in pubblico dal Presidente Girfatti, quella della richiesta avanzata presso la Provincia e dell’ottenimento di 19 Guardie Ambientali Volontarie, le uniche oggi ad avere l’autorizzazione al controllo del territorio-parco e comminare sanzioni in caso di illeciti (ad eccezione del lavoro che già conducono Forze dell’Ordine e delle Polizie municipali): un risultato che arriva dopo mesi di attesa dopo che la Provincia ne aveva sospeso il servizio.
A breve un tavolo tecnico aperto  a proposte concrete in cui il problema di un singolo comune sia “diviso” tra tutti.
(Continua…) 

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