Le elezioni alla Camera dei Deputati nel comune di Piedimonte Matese (1948- 1992)
di Emiliano Pepe
Prima Parte 1948 – 1992
Sono trascorsi più di settant’anni dalla nascita della Repubblica e da quando, dopo la caduta del regime fascista, si ritornò a libere elezioni su tutto il territorio nazionale.
Quelle del 1948 furono le prime elezioni libere dopo l’entrata in vigore della Costituzione (1948). L’analisi riguarderà esclusivamente le elezioni alla Camera dei Deputati.
Il campione in esame ci fornisce uno specchio fedele della società piedimontese, della sua fisionomia politica e culturale, nonché l’evoluzione democratico-elettorale e demografica. Conosceremo l’identità storica e geopolitica del territorio e la crisi cui è stato sottoposto il sistema politico italiano. In questo excursus vedremo come è cambiata l’offerta politica, assisteremo alla nascita di nuovi partiti e alla scomparsa di altri, nonché alla loro mutazione.
N.B. Prima di iniziare è doveroso dire che i risultati riguardano i principali partiti. Per brevità si è deciso di lavorare solo sui dati della Camera.
Affluenza e demografia elettorale
L’elezione con la maggiore affluenza alle urne è stata quella del 3 giugno 1979, che vide il 95,72% dei piedimontesi recarsi alle urne. La partecipazione elettorale, per sancire il proprio diritto – dovere al voto, è sempre stata sotto la media nazionale, a parte le elezioni del 1979. Se analizziamo la serie storica, su 18 tornate elettorali segniamo un – 17. Lo scarto maggiore tra partecipazione elettorale locale e nazionale si è avuta alle elezioni del 1968, – 6,79% rispetto alla media nazionale. La minore differenza invece si è registrata alle elezioni del 1953 con un – 0,14%. Nel complesso, la partecipazione elettorale media nazionale è dell’87,20%, quella piedimontese dell’84,76%, con una differenza di -2,44%. L’elezione con il minore numero di elettori fu quella del 1976 con 7530 aventi diritto.
Sistema elettorale
Il sistema elettorale durato più a lungo in Italia è stato il proporzionale, in vigore per quasi cinquanta anni, dal 1946 al 1993. Il sistema proporzionale attribuiva i seggi ai partiti in base ai voti riportati. L’elettore aveva la possibilità di esprimere fino a quattro preferenze. Esso è stato utilizzato per 11 elezioni alla Camera dei Deputati. Nel 1953 fu introdotto un premio di maggioranza che assegnava il 65% dei seggi allo schieramento che superava il 50% dei voti; fu definito «legge Truffa» dalle opposizioni e cancellato l’anno dopo.
In foto una serie di locandine utilizzate dai Partiti per la propaganda politica (fonte Internet)
I PARTITI
D.C.
Il partito che ha conseguito più preferenze in questi settant’anni è stato la Democrazia Cristiana, raggiungendo il 72,24% delle preferenze alle elezioni del 1948. Traguardo, in termini percentuali, mai più raggiunto o eguagliato da nessun altro partito o coalizione, neanche dai suoi eredi più stretti. Il risultato più basso lo registrò alle elezioni del 1963 con un 39,54%, unica volta in cui scese sotto la soglia del 40%, ma pur sempre sopra la media nazionale. Il partito quell’anno riportò in Italia un 38,28%. Un esempio più concreto potrebbe essere rappresentato dall’elezioni del 1992. Tangentopoli era agli inizi e la DC a livello nazionale ottenne il 29,66%, ma a Piedimonte riuscì a raggiungere un eccezionale 50,62%. In sintesi a Piedimonte la DC ha avuto una media del 45,50 – 46,50% delle preferenze, mentre a livello nazionale era del 35,50 – 36,50%. Il nostro paese era una roccaforte dello Scudocrociato.
P.C.I.
Diverso è il caso del PCI, antagonista della DC. A Piedimonte non ha mai insidiato elettoralmente lo scudocrociato, pur ottenendo ottimi risultati e soprattutto conservando un trend piuttosto stabile durante la sua lunga attività politica. Il risultato migliore l’ottenne alle elezioni del 20 giugno del 1976 con un 26,70%, in piena segreteria Berlinguer (1972/1984). Il peggiore lo registrò invece alle elezioni del 14 giugno 1987, 12,87%. Fino a quelle elezioni il PCI piedimontese ebbe una media del 17,50 – 18,50%. Con il crollo del Muro di Berlino e la conseguente svolta della Bolognina (1989/1991) che videro lo scioglimento del PCI e la sua confluenza nel PDS, e poi DS, e la nascita a sinistra di Rifondazione Comunista, la base elettorale piedimontese del vecchio PCI si divise. Alle elezioni del 5 aprile del 1992, il PDS ottenne il 6,93%, Rifondazione Comunista il 3,87%.
P.S.I.
Il PSI piedimontese, dopo l’esperienza poco positiva della lista unica con il PCI alle elezioni del 1948, nel Fronte Democratico Popolare, con un 16,87% , non brillò nemmeno alle successive elezioni del 1953, quando, presentandosi da solo, riuscì a racimolare un misero 5,26% , che rappresenta il suo risultato più basso in città. Infatti, dalle successive elezioni del 25 maggio 1958 raddoppiò i voti raggiungendo l’11,31% . A Piedimonte il PSI, nell’arco della sua storia, ha avuto una media del 13,00 – 14,50 % contro un 12,00 – 13,50 % di media nazionale. L’apice lo raggiunse alle elezioni del 1968, quando col PSU (Partito Socialista Unificato), nato dall’unione del PSI di Nenni con il PSDI di Saragat, che durò appena tre anni (1966/1969), ottenne un clamoroso 21,87%. In coincidenza con la segreteria di Bettino Craxi, il PSI a Piedimonte si attestò intorno al 15%. Alle elezioni del 1992, agli albori di Tangentopoli, quando le inchieste in buona parte d’Italia producevano un calo dei voti, in città il partito riuscì ad ottenere un ottimo 17,62% . Alle successive elezioni, del 27 aprile 1994, il PSI o ciò che rimaneva del glorioso partito, ottenne solo il 4,63% nella quota proporzionale.
M.S.I.
Nato il 26 dicembre 1946, il Movimento Sociale Italiano, a Piedimonte, alla prima prova elettorale nell’aprile del 1948, ottenne l’ 1,15%, il dato più basso mai registrato . L’avvio non fu certo dei migliori e i risultati furono spesso altalenanti. Il punto più alto lo raggiunse alle elezioni del 7 maggio del 1972, raccogliendo il 14,84% dei consensi. Fino alla svolta di Fiuggi del 1994 – 1995, il MSI ebbe una media del 6,83%..
PLI, PRI, PSDI
Per quanto abbiano militato nelle loro file persone di elevato spessore politico e culturale a Piedimonte non hanno riscosso mai un elevato consenso elettorale. Il PLI generalmente mantenne una media dell’ 1,73%, il PRI dell’ 1,32%, il PSDI dell’1,45%.
Lega Nord
Alle elezioni politiche del 1992 un nuovo partito si affacciò sul panorama politico piedimontese, la Lega Nord, che alla sua prima presenza alle elezioni per la Camera ottenne uno 0,32% .
Fonti online e bibliografia
https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=C
Piergiorgio Corbetta e Mario Caciagli, a cura di, Le ragioni dell’elettore : perché ha vinto il centro-destra nelle elezioni italiane del 2001, Bologna, Il mulino 2002.
Piero Ignazi, Il polo escluso : profilo storico del Movimento sociale italiano, Bologna, Il mulino 1998.
Carmine Pinto, La fine di un partito : il partito socialista italiano dal 1992 al 1994, Firenze, Alinea 2004.