Home Chiesa e Diocesi Omaggio a voi giovani, grazie per il tempo donato!

Omaggio a voi giovani, grazie per il tempo donato!

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Alvignano

Giovani, parola sempre in uso; ancor più nei mesi estivi, quelli della pausa da studio o  lavoro, quelli in cui il popolo giovane emerge più di ogni altro imponendosi tanto nelle notizie che talvolta fanno male, quanto in quelle che ci svelano la bellezza e la purezza di questa età.
E sono le immagini di spiagge affollate, di discoteche ballate, di feste e sagre partecipate, di musica e concerti suonati o ascoltati, di sport, gare e medaglie vinte, di incidenti subiti in auto, di lavori stagionali per guadagnarsi l’inverno che arriverà, di riposi meritati dopo gli esami superati, di test universitari in arrivo.

Ma anche, e per questo lo scriviamo, immagini di tempi donati.
In queste settimane gli occhi si posano ripetutamente sulle foto social di attività parrocchiali di cui proprio loro (i nostri giovani) si rendono “pubblicitari” d’eccezione, e ad alta voce si fanno notare, con orgoglio, in contesti come quelli di un Grest parrocchiale, di un camposcuola, di una preghiera di gruppo.
Non è solo il vanto di una bella spiaggia bianca da mostrare, ma anche quello di una parrocchia da amare (e che si sta amando) animandola di laboriosità, di idee, di proposte.
Al centro della scena, Gesù Cristo; tutt’intorno ci sono loro giovani insieme a parroci,  bambini, anziani,  genitori… Un sinodo che sperimenta ogni giorno – negli eventi e nelle attività al termine di un anno pastorale già vissuto e alla vigilia di quello nuovo  – la bellezza del camminare insieme.
E quel Gesù Cristo al centro è l’uomo che si affida alle mani, ai piedi che ballano, alla voce che canta di questi giovani. Si fida di loro. Perché non dovrebbero farlo anche gli uomini?

Abbiamo scritto di questi ragazzi nella cronaca delle iniziative in corso o realizzate in tutta la diocesi di Alife-Caiazzo. Sono le esperienze di Grest da loro “dedicate” ai bambini: interparrocchiale di Caiazzo o di Alvignano; parrocchiale di Sepicciano o di Santa Maria Maggiore a Piedimonte Matese; interparrocchiale di Raviscanina che accoglie anche ragazzi dai paesi limitrofi o di Alife-Cattedrale; parrocchiale sempre a Castel di Sasso, a Liberi, a San Gregorio Matese.
E poi i campiscuola: tornano ancora Caiazzo e Santa Maria Maggiore in Piedimonte M., Alife-Cattedrale con il progetto PIC e la parrocchia di San Michele Arcangelo nella omonima frazione di collina; il campo della comunità parrocchiale di Dragoni e quello in cantiere per i giovani di Sepicciano.
A chiudere la stagione ci penserà l’Azione Cattolica diocesana che porterà i suoi giovani a Loreto per tre giorni.
E ancora è giovane la missione parrocchiale che in questi giorni si sta svolgendo a Castel di Sasso, dove i ragazzi stanno vivendo con il parroco don Paolo Vitale intense giornate di spirtitualità e di grande responsabilità nei confronti della comunità di appartenenza: a loro il compito di tenere in vita Cristo.

Eccola l’esperienza di Cristo vivo, nulla di alieno alle nostre comunità, grandi o piccole che siano, con o senza prestigiose storie del passato.
Papa Francesco l’ha scritta tutta nel documento Christus vivit firmato il 25 marzo 2019. Sinodalità e polifonia, due belle parole per raccontare i giovani: un testo che è frutto della precedente esperienza del Sinodo dei giovani (ottobre 2018) di cui al Pontefice è toccata la sintesiprima nella preghiera e poi nella redazione delle pagine…
Lui, come l’ultimo, che uscendo di casa, ha la responsabilità di guardarsi intorno, controllare che tutto sia a posto, spegnere la luce e dire “andiamo, usciamo…”.
Il seguito poi, è fuori dalle mura, nella Chiesa e nel Mondo.

Sinodalità e polifonia per il Papa, i termini per descrivere la vita bella dei giovani: comunione e diversità, proprio come quella – raccontata qualche rigo sopra – che anima anche la Chiesa di Alife-Caiazzo nelle esperienze particoli delle Parrocchie, dove la carovana dei giovani (sempre per dirla alla maniera di Francesco) sceglie il Vangelo, e nella gioia decide di farne un racconto concreto agli gli altri.
Non può esserci che ammirazione e gratitudune per questa energia che sanno sprigionare i nostri giovani nello stile originale e vivace di servire la Chiesa, in particolare quando scelgono di crescere prima un po’ e poi di dedicarsi agli altri: una bella sfida quella della formazione personale e della cura spirituale per i giovani che si preparano e non si improvvisano animatori di un Grest; per quelli che con discrezione si affiancano ai più grandi imparando l’arte della passione evangelica.
Crescono nel senso missionario, nella cura dei legami, nel rafforzare se stessi di fronte al Vangelo prima di provare a fare come Gesù senza temere di uscirne sconfitti e di ripartire davanti alla parola di Dio. Si impegnano per capirne il senso, trovando (loro!) il tempo per fare silenzio. Amano curare i dettagli delle relazioni, ecco tutto…

Grazie ragazzi, perché la vostra libertà e i vostri sorrisi, non senza esperienze di dolore, confermano che la Chiesa e il Mondo stanno imparando da voi.
E lasciare questo tempo, fra qualche anno, non ve ne dispiaccia. Il vostro cuore sarà sempre quello di chi perché “ha creduto all’Amore”, continuerà necessariamente a donarlo.

 

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