Home Chiesa e Diocesi “Arrivederci don Vincenzo”, l’ultimo saluto al sacerdote di Formicola

“Arrivederci don Vincenzo”, l’ultimo saluto al sacerdote di Formicola

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Don Vincenzo Santarcangelo insieme a Papa Benedetto XVI in occasione dell’incontro con la Famiglia Paolina

Tante le persone che si sono ritrovate nella chiesa parrocchiale di Santa Cristina e San Prisco in Formicola per l’ultimo saluto a don Vincenzo Santarcangelo, scomparso a 68 anni lo scorso 16 agosto a seguito di una grave malattia, con la quale combatteva da diverso tempo. A stringersi intorno ai familiari del sacerdote amici del passato e del presente, anziani e giovani che oggi possono raccogliere l’importante eredità spirituale e culturale da lui lasciata.

Parole interrotte dalla commozione, quelle pronunciate da mons. Valentino Di Cerbo, vescovo emerito della diocesi di Alife-Caiazzo, il quale ha presieduto la celebrazione, affiancato da don Alfonso Caso, parroco di Formicola; don Paolo Vitale, parroco di Castel di Sasso; padre Raffaele Caso; don Antonio Rigoni; don Eustacchio Imperato, superiore provinciale d’Italia della Società San Paolo; i diaconi Fiorello Di Gaetano e Giovanni Ruotolo. Legato a don Vincenzo da un’amicizia di lunga data, mons. Di Cerbo ha ripercorso la formazione del sacerdote formicolano, la sua intelligenza viva, ma soprattutto la sua scelta incondizionata di abbandonarsi a Gesù. La chiamata arriva in un momento significativo della vita di Vincenzo e lo conduce a cambiare direzione. “Studente in Medicina, Vincenzo non arriverà mai alla laurea, perché non può fare a meno di “affidarsi a Gesù“, ricevendo l’ordinazione sacerdotale da mons. Camillo Ruini. Mons. Di Cerbo ricorda così i primi tasselli del mosaico che l’esistenza di don Vincenzo è stata, sia dal punto di vista religioso che da quello umano.

Uomo brillante e appassionato“, don Vincenzo Santarcangelo “lascia ogni cosa, per dedicarsi a Gesù entrando a far parte della famiglia Paolina. Promotore di cultura all’interno della Chiesa, sposando gli ideali di Giacomo Alberione, fondatore dei Paolini e anticipatore di una lettura “moderna” della complessità del mondo, don Vincenzo per molti anni è stato Direttore Generale delle Edizioni Poline e di recente Delegato in Inghilterra per conto della Casa Editrice”. Pur essendo un uomo in carriera, don Vincenzo è riuscito a conservare “la semplicità d’animo e soprattutto la carità”, ossia la capacità di “mettersi nelle mani di Gesù, quelle mani che ci conducono tanto alla gioia quanto al dolore, ma da cui in ogni circostanza riceviamo ristoro”. Appassionato e competente nel suo lavoro e inarrendevole nella vita, don Vincenzo ha fatto del suo servizio al Signore la sua ragione d’essere fino all’ultimo, fino a quando le forze gliel’hanno permesso. Due anni fa, ricorda il Vescovo, “era venuto da me, comunicandomi la sua volontà di prendere un periodo di riflessione e rendersi disponibile a collaborare in Diocesi”. Il suo aiuto nella parrocchia di Treglia è stato fondamentale e proficuo, tale da essere ricordato da tutti per la sua puntualità e preparazione.

“Arrivederci don Vincenzo, ti salutiamo così, perché questo è il saluto di noi cristiani, consapevoli che la nostra casa è lassù”, le parole cui mons. Di Cerbo affida l’ultimo saluto al sacerdote, la cui “morte per amore di Dio gli è valsa la resurrezione nella gloria del Signore”. Alla preghiera si sono uniti gli amici, coetanei e non, di don Vincenzo, don Eustacchio Imperato, a nome dell’intero Ordine Paolino, e non è mancato il pensiero di vicinanza ai familiari da parte di mons. Orazio Francesco Piazza, amministratore apostolico diocesano, riportato dal parroco don Alfonso.

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