Home Chiesa e Diocesi Una Chiesa “d’istinto”, naturalmente verso Cristo. Conclusi gli esercizi spirituali in Cattedrale

Una Chiesa “d’istinto”, naturalmente verso Cristo. Conclusi gli esercizi spirituali in Cattedrale

"Quale Chiesa? Quale futuro?" Questo il tema degli esercizi spirituali delle parrocchie Santa Maria Assunta di Alife e Ave Gratia Plena di Piedimonte Matese. Presente il vescovo Orazio Francesco Piazza per la messa conclusiva

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In Cattedrale per la conclusione degli esercizi spirituali che per tre giorni hanno coinvolto le parrocchie di Santa Maria Assunta-Cattedrale di AlifeAve Gratia Plena di Piedimonte Matese e sul tema Quale Chiesa? Quale futuro?
Itinerario, fra meditazione e preghiera teso a recuperare il senso e la responsabilità di ciascun credente nella Comunità di appartenenza, ma soprattutto a rivedere il proprio ruolo di testimone, annunciatore, messaggero… pesando la personale capacità di coinvolgimento nel progetto di Dio per la Chiesa, che chiede il “sì” generoso di molti.
Su questa apertura, sulla necessaria sintonia con Cristo che si ristabilisce nella preghiera e nell’incontro con Lui – perché il credente ne sia testimone fino in fondo – si è innestato l’intervento del vescovo Orazio Francesco Piazza, amministratore apostolico della Diocesi di Alife-Caiazzo, invitato a concludere questo tempo di spiritualità nella messa celebrata ieri sera in Cattedrale con i parroci don Pasquale Rubino (Cattedrale), don Emilio Salvatore (Ave Gratia Plena) e don Alfondo De Balsi.

La riflessione sulla Chiesa, sull’essere Chiesa in cui il Vescovo è stato invitato a fare sintesi e a dare la speranza, secondo il suo ministero di Pastore, con lo sguardo al futuro, superando l’oltre di limiti e di convenzioni che spesso frenano la forza della carità è partita dalle parole di Mons. Piazza, “Per amare la Chiesa bisogna amare il Signore Gesù”.

“Non c’è Chiesa se non c’è vero radicamento nel cuore di Cristo e nella Santissima Trinità: se amiamo lui c’è Chiesa…”: in questo modo il Vescovo ha indicato la condizione imprescindibile, il ritorno necessario al cuore di ogni azione per il credente attraverso la preghiera e i sacramenti, il guardare nell’unica direzione (anche la tangibilità e la presenza dell’Eucarestia sull’altare durante la preghiera è occasione per orientarsi fisicamente sull’unica presenza, ha spiegato il Vescovo).

Ha lasciato due indicazioni il Pastore per fare sintesi del percorso condiviso dalle due comunità in questi giorni, due modi per vivere e tradurre come essere Chiesa: l’istinto ecclesiale e il sensus ecclesiae.
Il primo per spiegare “la naturale propensione del cristiano a voler stare insieme”, ma soprattutto l’andare verso Cristo, azione che “ci fa capire che questo è l’elemento fondamentale di coesione (…) che porta a vivere la condivisione, la partecipazione che poi diventa responsabilità, cioè risposta”, una sorta di restituzione del bene ricevuto che per il credente si manifesta “nel voler condividere la stessa passione di Gesù”.

Il sensus ecclesiae, l’essere specchio di Cristo, uniformarsi a Lui, fare della Chiesa locale il riflesso del Suo volto Mons. Piazza lo ha indicato come l’esperienza delle “persone che rendono vivo il Risorto nella realtà quotidiana, nelle vicende della vita, nel dolore, nelle sofferenze, nella fatica, così come rendono presente Cristo nella gioia, nella speranza, nella fiducia…”

“Frequentare Cristo” e “alimentarsi” di Lui. Tutto questo per concretizzare le due esperienze di vita proposte dal Vescovo, parole che come semi si innestano nel terreno umile, lavorato, predisposto dalla preghiera di questi giorni a ricevere le sollecitazioni del Pastore, che guardando positivamente all’iniziativa delle due Parrocchie ha invitato a dare continuità a questo impegno che all’inizio dell’anno pastorale si pone quale momento di sintesi e rilancio delll’impegno missionario che attende la Chiesa – concretamente – tra le strade delle proprie città.

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