28. Campo dell’Arco
Parte seconda

di Salvatore Signore

“Lago Matese, altitudine alla partenza 1050 mt, venti moderati e sole prorompente”: questo l’inizio della salita precedente che diventa una delle valide alternative anche per la seconda parte. Quella di oggi, però, ha durata minore: meno di tre chilometri, con una pendenza da subito impegnativa giusto per presentare un biglietto da visita di rilievo.  Percorso non segnato che dopo il superamento di una prima parte boschiva trova il suo affaccio al Campo del Puledro: l’imbuto di campo dell’Arco è in alto ed alle spalle, la presenza si avverte e se ne vedrà la sostanza poco più a valle grazie alle “vie” di comunicazione interne.

Si prosegue in discesa lungo un tortuoso vallone che mostra una traccia piuttosto marcata, grazie al camminamento continuo di animali al pascolo: raggiungere l’abbeveratoio della Pila non è complicato anche se l’attenzione deve rimanere alta, soprattutto nelle prossimità della sorgente dove i grandi massi vanno affrontati con una buona dose di prudenza. L’abbondanza d’acqua regala un luogo a parte, una gola dove un piccolo abbeveratoio lavora sempre in piena. Ed ecco dunque svelato uno dei più suggestivi ed intricati percorsi nascosti: dall’Arco alla Pila.

Scorta d’acqua e scarpe tecniche ben allacciate, sempre.

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