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Bruno e Salam, “liberi” sulla magica Via Francigena del Sud, passando dal Matese

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L’anima di un cammino e di una strada, sono i suoi protagonisti: uomini, donne e anche animali con una bagaglio fondamentale: la ricerca.
Passi entusiasti, non senza fatica, con il chiaro obiettivo di un traguardo. 

Grazie alla collega giornalista Adele Consola che ha colto e documentato il passaggio di Bruno e Salam, liberi camminatori sulla Francigena diretti a Gerusalemme, che hanno fatto sosta nel Matese.
La Redazione

Adele Consola – Che magia questa Via Francigena del Sud!
Adesso stanno riposando, sotto una quercia, tra San Potito Sannitico e Gioia Sannitica. Lui si chiama Bruno, ha 37 anni, e la sua asinella di 7 anni Salam, che in arabo significa “Pace”.
La stessa pace che si prova nel fare una chiacchierata con lui. Mi presento. Voglio sapere. Ci sediamo sull’erba. Mi dice. Bruno è nato a Montijo, in Potogallo, è partito per questo viaggio il 15 marzo 2017 da Santiago di Compostela ed è diretto a Gerusalemme. Gli parlo di Alife, della Madonna delle Grazie, la conosce, è diretto lì.
Bruno è al suo 4° cammino.
“Che lavoro hai fatto in passato?”, gli chiedo.
“Per 11 anni mi sono occupato di logistica in un’azienda, poi ho scelto la libertà”, mi risponde.
Io: “E che cos’è per te la libertà?”
Lui: “La libertà non è quello che possiamo fare, è il poter rispettare quello che facciamo”.
Io: “E io cosa posso fare per te?”
Niente, non ha voluto nessun contatto per dormire stanotte, mi ha risposto: “accetto chi vuole col cuore farmi dormire o farmi fare una doccia ma non lo chiedo, non ne ho bisogno”.
Parlando mi accorgo che il suo italiano è simpaticamente corretto. “Come hai imparato l’italiano?”, gli chiedo. Sorride di gusto e risponde: “l’ho imparato parlando con la gente che ho incontrato per strada in questi anni, voi italiani siete molto chiacchieroni!”

Parlando con lui ho capito che il tempo non è un concetto che gli appartiene, che gl’interessa, forse è questo il segreto di quel sorriso!
Non si può non notare quant’è bella Salam, un pelo lucidissimo, senza ferratura, felice. Un’asina felice. Non si può non notare quanto siano una cosa sola Salam e Bruno. Hanno tutto in una borsa, felicità compresa. E non hanno paura, non conoscono la fretta. Che fortuna e che dono averli conosciuti.

“Buon cammino Bruno”, gli ho detto. Mi ha preso le mani, me le ha strette, ringraziandomi per non so che cosa e ci siamo salutati.

2 COMMENTI

  1. Ho parlato anche io con Bruno mentre si é fermato per una sosta e un caffè al bar vicino alla cattedrale di Alife.
    Il suo abbigliamento con zaino mi ha fatto pensare subito a un uno straniero diretto a Gerusalemme per la via frangigena mi sono avvicinato e gli ho “where are you from? From Portugal, abbuamo conversato in inglese, il suo un buon inglese, poi ha risposto a qualcuno che gli ha parlato italiano, sorpreso io gli ho detto… Ma parla italiano? Bruno simpaticamente mi ha risposto .. Ho imparato italiano camminando per l’Italia, gli ho offerto una merenda e una birra che ha accettato volentieri,
    Buon viaggio Bruno e Salam

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