Con l’ingresso della stagione autunnale, e in attesa di una nuova ondata di piogge, si riaccende la voglia di avventurarsi tra i sentieri boschivi alla ricerca dei funghi. Per un territorio montuoso ricco di varietà disparate di funghi, tartufi e prodotti del sottobosco come il Matese, dove, tra l’altro vi è abbondanza di “audaci raccoglitori”, è fondamentale il rispetto di regole precise, che garantiscano la tutela della natura e dei suoi frutti. A tal proposito, la Consulta del Matese decide di diffondere una serie di principi da osservare per “la raccolta dei funghi, facenti capo alla Legge Quadro 352/93, dei tartufi (Legge Quadro 752/85) e dei prodotti del sottobosco“. In virtù di dette regole, è possibile fare incetta di funghi nel totale rispetto di Madre Natura, che in numerose circostanze, com’è il caso del territorio compreso nel Parco del Matese, è costretta a subire atti di noncuranza, manifestazioni di avidità e mancata conoscenza.
“Il Parco, invece, sarà l’occasione per mettere fine ad una raccolta indiscriminata e dannosa per i boschi e per l’ambiente”, così si legge sul profilo Facebook della Consulta, fenomeni che purtroppo si verificano troppo spesso, e che possono essere arginati solo regolamentando “la raccolta sia per chi lo fa per hobby, fornendo loro informazioni su come e dove farla senza danneggiare nulla, sia per chi vive della raccolta e commercializzazione di questi prodotti, autorizzando e tutelando attività di raccolta professionale”. Per i commercianti l’Ente Parco rende disponibili “risorse economiche e il marchio di qualità dei prodotti”, allo scopo di incrementare questo importante e prolifero settore dell’economia locale.
“Anche in considerazione delle normative sugli usi civici e consuetudini locali (Legge n. 1766/1927 e relativo Regolamento al Regio Decreto n.332/1928)”, i rappresentanti della Consulta, guidati dal presidente Vincenzo D’Andrea, presidente anche dell’Associazione Micologica del Matese, sottolineano la necessità di una corretta informazione che si rivela indispensabile per evitare attività illecite, e “per far sì che il costituendo Parco Nazionale del Matese sia un buon Parco e non un solito carrozzone di figure ambigue e disinteressate al territorio del Matese”.