La ricorrenza di San Michele Arcangelo è carica di significati per la comunità di Sant’Angelo d’Alife. Alla festa che accompagna il rito religioso, si affianca una tradizione annosa, che la dice lunga sul patrimonio delle consuetudini autoctone. La tradizione di cui stiamo parlando è il “Rito della Comparanza”, che si rinnova ogni anno il 29 settembre appunto, in concomitanza con le celebrazioni dedicate al Santo. La Comparanza rappresenta uno momenti più caratteristici della cultura locale, conosciuto da vecchie e nuove generazioni, in cui sono racchiuse componenti sia religiose che ancestrali, queste ultime rimaste ancora oggi molto vivide senza mai oscurare le prime.
Domenica scorsa, dunque, dopo aver raggiunto in processione la grotta micaelica, dove il parroco don Mario Rega ha officiato la Santa Messa, uomini e donne abitanti di Sant’Angelo hanno rivissuto il rito, nelle vesti di cumpare e cumpariell. Il rituale si svolgeva sotto la grotta, dove i contadini s’incontravano scambiandosi una reciproca stretta di mano in nome di una sincera amicizia, come si tramanda da tempi immemori. A suggellare il tutto era l’anello collocato sotto la grotta, anello che purtroppo però ha avuto una triste sorte, poiché è andato distrutto. Grazie alla Pro Loco Santangiolese, tuttavia, la preziosa pietra forata è stata recuperata e sulla parete della grotta è stata affissa una targa che riporta la filastrocca che rievoca il Rito della Comparanza.