Se ogni evento “di festa” nel territorio fosse solo goliardica e fraterna scorribanda, allora no, non avremmo futuro. Ma quando invece esso attinge ad un patrimonio di valori e si ancora a solide radici, allora ben venga l’occasione che rimette in circolo memoria, storie, vissuto, saggezza e dolore, passione e sacrificio: linfa per gli appassionati della vita, ieri come oggi.
Se un antico mezzo di trasporto può generare tutto questo, se una vecchia trebbiatrice può rimettere in moto belle speranze oltre che ricordi, allora sì, le vogliamo ancora esperienze come queste. Non siamo noi che scriviamo a dirlo, ma l’evento di domenica scorsa a raccontarlo: La giornata nazionale del veicolo d’epoca promossa dall’Asi (Automotoclub storico italiano), organizzata a Piedimonte Matese dal locale Club Antichi Sanniti di cui è presidente Mauro Martino.
Fare cultura tra divertimento e curiosità
Evento ospitato presso l’Istituto industriale e agrario di Piedimonte Matese, partener d’eccezione della giornata, che si è aperto con la mostra di ciclomotori e auto d’epoca; ad essa è seguito il convegno Il valore attuale della memoria; nel pomeriggio spazio ad una suggestiva rievocazione dell’antico rito della trebbiatura con mezzi antichi. Nel frattempo è stato possibile visitare la mostra permanente delle antiche macchine agricole conservate nei depositi dell’Istituto scolastico.
“I trasporti del passato nell’Alto Casertano” è stato l’intervento – durante il convegno – del dott. Giovangiuseppe Caracciolo che ripercorrendo la storia del trasporto pubblico locale, accompagnandosi con suggestivo materiale fotografico, ha ripercorso storie di famiglie e di lavoratori, rivisitando un passato di lodevoli servizi che dal Matese conducevano verso i centri maggiori della Campania.
Parlarne per esprimere le potenzialità di un territorio ma anche le esigenze dei suoi abitanti, che oggi come ieri, non sono cambiate mentre i servizi si, e paradossalmente con qualche disagio in più rispetto al passato, come testimonia l’ormai ridotto servizio anche ferroviario che negli anni aveva integrato il trasporto su gomma.
Al giornalista matesino Gianfrancesco D’Andrea, sempre sul tema della memoria, la parola per raccontare “L’importanza del passato”; lo ha fatto portando all’attenzione dei presenti le iniziative di cui si è reso protagonista insieme ad un gruppo di collaboratori – con l’associazione culturale Byblos – per il recupero del centro storico cittadino, catalizzando l’attenzione dei locali e dei forestieri sulle bellezze in vista e quelle dimenticate, sull’urgente recupero, sulla riqualificazione e fruizione di spazi preposti alla cultura e alla cultura dell’incontro. L’evento Illuminarti rappresenta il caso: luci sulla città in una sera d’estate in occasione della festa patronale id San Marcellino (non solo secondo la logica dei “riflettori puntati su….”); il centro storico cittadino acceso di colori e di eventi con musicisti, pittori, attori per riportare in luoghi e vicoli ormai disabitati i passi della gente e poi gli sguardi e possibilmente anche il cuore.
Illuminarti per accendere l’attenzione su un presente celato dall’ombra dell’abbandono architettonico-paesaggistico, ma anche per fare luce sulle potenzialità di Piedimonte Matese.
Memoria per tornare ad amare, e quindi ad avere cura di ciò che appartiene al patrimonio collettivo: questo il messaggio che l’iniziativa del Club Antichi Sanniti ha voluto consegnare al territorio.
A moderare gli interventi, la dott.ssa Annamaria La Penna che nel Club cura, tra gli altri, anche l’aspetto della comunicazione e della promozione.
Voce autorevole della giornata quella del dirigente scolastico, padrone di casa, Nicolino Lombardi, che per la passione personale e per il ruolo educativo ricoperto nei due istituti ad indirizzo tecnico-professionale è tornato a manifestare e a difendere l’identità locale innestata, per vocazione, nel mondo rurale: da anni ormai si fa promotore di eventi, pubblicazioni, approfondimenti che ricordano da dove veniamo e dove saremmo positivamente diretti recuperando e potenziando mestieri e prodotti legati al mondo agricolo, settore di forza dell’Alto Casertano ancora in grado di generare sviluppo sociale e ricchezza a beneficio delle piccole e medie imprese per lo più a conduzione familiare.
Dal passato ci giungono valori imprescindibili, patrimonio di identità morale e intellettuale sui cui si è soffermato anche il vescovo Mons. Orazio Francesco Piazza, amministratore apostolico della Diocesi di Alife-Caiazzo che rispondendo all’invito del Club Antichi Sanniti ha preso parte all’evento con un breve saluto ma soprattutto uno scambio informale di opinioni con gli studenti coinvolti. Riconoscere nelle storie dei propri genitori e in particolare dei nonni la traccia di un cammino non in disuso ma ancora da percorrere dove laboriosità, regole, rispetto reciproco, identità e dignità sono contemporaneamente aspirazioni e frutto di esercizio quotidiano; qualificare la propria vita e quella dei contesti in cui si vive con la costanza dello studio e la condivisione del patrimonio di valori che ne scaturisce: sono stati i messaggi che il Vescovo ha voluto lasciare ai più giovani, anche raccontando e ricordando della sua giovinezza fortemente legata alle tradizioni di famiglia.
Giornata tra amici, come il Club ha segnalato sulla pagina facebook ringraziando e chiamando in causa i tanti che hanno contribuito a rendere speciale la festa: i soci del Club; i relatori del convegno; il Vescovo Mons. Piazza; il Consorzio intercomunale metano “Campania 25”; i comuni di Piedimonte Matese e San Potito Sannitico rispettivamente con l’assessore Lina Masella ed il Sindaco Franco Imperadore; gli agricoltori presenti artefici della trebbiatura pomeridiana; la rivista mediapartenr Viewpoint con sede a Perugia; Giovanna Mastrati con la mostra di fotografie ‘Ngoppa, mezu, abbasciu” dedicata a Piedimonte Matese.
La novità
Una festa, quella di domenica scorsa che guarda lontano ed esprime la volontà dare continuità ai valori che ha raccontato e rispolverato: il Club Antichi Sanniti ha assunto l’impegno di individuare sul territorio uno spazio adeguato e a norma che possa accogliere gli antichi mezzi agricoli conservati nei depositi dell’Istituto industriale e in altri spazi di ricovero, e poi puntare a fare di questo spazio espositivo uno dei musei nazionali dei veicoli storici di cui oggi in Italia si contano 114 sedi coordinate dall’Asi.
Ci contiamo. Perché una simile occasione sia specchio che rifletta in avanti la storia di questo territorio, la storia di ciascuno.