“Quest’anno tratteremo il tema della strage nazista di Monte Carmignano confrontandoci con altri sindaci di realtà italiane che hanno subito gli stessi eccidi, le stesse atroci sofferenze, ancora visibili nelle comunità. Lo facciamo con importanti personalità che in questi anni si sono occupati di stragi, inchieste e risarcimenti”. È così che il sindaco di Caiazzo, Stefano Giaquinto, annuncia il taglio diverso che quest’anno si darà alla Commemorazione della Strage di monte Carmignano, ossia l’accostamento ad altre stragi avvenute in zone diverse d’Italia e tempi differenti.
Sono trascorsi 76 anni da quel 13 ottobre del 1943, quando 22 persone tra uomini, donne e bambini, che vivevano in un casolare in località San Giovanni e Paolo, frazione di Caiazzo, persero la vita a seguito del bombardamento a opera di un commando nazista. Il ricordo dell’Eccidio di monte Carmignano è per la città di Caiazzo un appuntamento obbligato, significativo non solo per la memoria collettiva, ma anche per aprire un confronto su episodi simili.
Sabato 12 ottobre prossimo, presso il Piccolo Teatro Jovinelli, la Strage caiatina sarà occasione per avviare un dialogo su Riconciliazione e diritto al risarcimento per le vittime dei crimini nazisti: esperienze a confronto per un’Europa giusta e solidale. Tante le personalità chiamate a portare la propria testimonianza: docenti, procuratori, sopravvissuti ad altre stragi accadute in località diverse d’Italia.
Al dibattito, moderato dal’avvocato Amedeo Barletta, dal giornalista Luigi Ferraiuolo e Ida Sorbo, presidente del Consiglio comunale di Caiazzo, è prevista la presenza del dott. Viktor Elbling, ambasciatore tedesco a Roma e l’on. Liliana Segre, senatrice a vita.
La commemorazione proseguirà domenica 13, quando alle 9.30 una corona d’alloro verrà apposta presso il sacrario delle vittime di monte Carmignano. Nel pomeriggio, alle 16.00, verrà celebrata la Santa Messa presso la chiesa di Santa Maria del Soccorso e, a seguire, ci si porterà sul luogo in cui si è consumato l’eccidio dove verrà deposta una corona di alloro, là dove pulsa ancora il respiro di persone umili vittime di un odio spregiudicato.