Gli anni necessari ad uno sportivo per portare a casa risultati e trofei sono pochi, e pochi ne restano al campione di Piedimonte Matese, Luigi Ferritto, ma di vittorie afferrate a colpi di pedali potremmo stare a parlare per ore. Il “poco” non è per lui.
Partiamo dall’ultima stagione sportiva, quella che lo incoronato, in sella alla sua mountain bike, Campione Italiano Marathon 2019 nella categoria Master 2 per fare sintesi di un “tutto” che ha avuto inizio circa 20 anni fa, e che negli ultimi 17 anni lo ha visto disputare per il Team Giannini; e se al recente titolo aggiungiamo il primato di essere stato l’unico in Campania a conquistare la vetta della classifica, allora sì che c”è da essere orgogliosi insieme a lui.
Medico pneumologo presso la Clinica Athena della sua città, divide il tempo libero esclusivamente tra famiglia e allenamento; lo scorso 29 settembre ha conquistato il terzo posto della Point to Point Parco Nazionale del Circeo, dividendo il podio con il campione europeo Tiago Ferreira (al primo posto) e Andreas Miltiadis (al secondo posto).
Gli abbiamo rivolto qualche domanda: i risultati ottenuti e il futuro che l’attende; ma anche sogni sportivi per il nostro caro Matese…
Tracciamo un breve bilancio al termine di questa stagione sportiva… Deluso? Soddisfatto?
Soddisfatto al 101%. Penso sia stata la mia migliore stagione agonistica di sempre, non a livello di vittorie assolute, dove in alcune annate ho ottenuto di più, ma a livello di risultati e podi di valore, a partire dal titolo di Campione Italiano Marathon 2019 di categoria (Master 2) conquistato il 30 giugno ad Aielli in Abruzzo. Una vittoria storica per la Campania, visto che sono stato il primo atleta di sempre campano a vincere un titolo nazionale in questa disciplina, e uno dei pochi a vincerlo nel Sud….
Un lungo elenco di primati…!
Si… e per adesso, l’unico medico di sempre ad essermi laureato campione italiano in una disciplina ciclistica.
Come pensa il suo futuro sportivo Luigi Ferritto?
L’anno prossimo compirò 40 anni, sportivamente parlando sarò “vecchietto”. Penso, però, che posso ancora affrontare positivamente altri 2-3 anni di pedalate. Ci proverò, cercando di conciliare lavoro-sport-famiglia. Vorrei riprovare l’assalto al Campionato Italiano Marathon, questa volta tra i Master 3 (passo di categoria essendo un 1980) e sicuramente mi dedicherò a fare classifica a qualche circuito del centro-sud.
La recente gara Point to Point Parco Nazionale del Circeo ti ha visto sul podio accanto al campione europeo Tiago Ferreira, segno di una maturità sportiva (la tua) di elevato spessore. Come si arriva a simili risultati?
Per un amatore come me che ha come priorità il lavoro e la famiglia, questi eccellenti risultati sono il frutto di una completa dedizione a questo sport nelle ore libere della giornata, non senza sacrifici. La mia sveglia suona alle 3.30 del mattino per effettuare la prima sessione di allenamento.
Non è semplice, ma è possibile perché ho ho una famiglia che mi supporta in tutto questo, a partire da mia moglie Alba, dalle mie due “stelline” e dai miei genitori.
(In basso le foto della recente gara Point to Point Parco Nazionale del Circeo)
Le competizioni in mountain bike, da un punto di vista mediatico, come tante altre discipline, risentono della netta predominanza di alcuni sport, eppure non manca nel tuo sport la bellezza, la serietà, il valore… Cosa sogni, in Italia, per la mountain bike agonistica (e non solo)?
In questi anni si è verificato un notevole aumento di coloro che si avvicinano a questa disciplina, anche grazie all’avvento delle e-bike (biciclette a pedalata assistita) ma anche grazie ad una nuova visione di “sport come prevenzione” delle malattie, di conseguenza anche i media si sono interessanti di più ad esso. Risentiamo, senza dubbio, del prevalere di sport intorno ai quali ruotano maggiori sponsor come il calcio ma anche lo stesso ciclismo su strada. Sogno maggiore attenzione da parte di istituzioni e media verso queste esperienze sportive più “salutari” anche se considerate minori!
Il Matese si presta bene ad allenamenti e gare del tuo genere, eppure ancora pochi scelgono la fatica delle due ruote. Un consiglio che senti di dare ai giovanissimi e a qualche adulto anche politico…
Rispetto a qualche anno fa, dove ero quasi un “lupo solitario” in mountain bike sulle nostre montagne qualcosa è cambiato con la nascita dell’associazione “Matese Bike Team”: è esplosa una bella passione tra la gente!
Ai più giovani consiglio di avvicinarsi alla mountain bike perchè il ciclismo in genere “forma la persona” ad affrontare tutti i problemi della vita perchè abitua a “soffrire” per superare le asperità!
Ai politici consiglio di avere un occhio di riguardo verso queste attività, che permettono di vivere l’ambiente in modo salutare e, quindi, di favorire lo svolgimento di eventi sportivi.
Grazie per questo spazio e, scusate se ne approfitto, ma vorrei ringraziare il Team Giannini che mi ha sempre supportato in questi 17 anni di attività.