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San Potito Sannitico protagonista a Roma del convegno sulle Nanotecnologie

I resti ossei, rinvenuti nel 2008 in località Torelle dove 280 anni fa sorgeva una necropoli, saranno oggetto del convegno nazionale "Nanotecnologia Scienza e Conservazione - Beni Culturali ed innovazione tecnologica", che si terrà oggi pomeriggio (16 ottobre) presso la Biblioteca Casanatense di Roma

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Le ossa ritrovate nel 2008 a San Potito Sannitico, in località Torelle, saranno oggetto del convegno nazionale incentrato su Nanotecnologia Scienza e Conservazione – Beni Culturali ed innovazione tecnologica, in programma per oggi pomeriggio (16 ottobre) alle 14.00 presso la Biblioteca Casanatense di Roma. I resti che furono rinvenuti in quello che un tempo era luogo adibito a riti funebri sono stati sottoposti a un lavoro di ricerca, condotto dal dottor Antonio della Valle, antropologo e odontologo forense, il quale collabora con il Dipartimento di Medicina Legale dell’Università di Pavia e la dottoressa Sabrina Zuccalà, direttrice del Dipartimento di Nanotecnologie ward360″.

Il materiale osseo, comprendente resti di una necropoli risalente a 280 anni fa e alcuni provenienti da scavi archeologici del I secolo d. C., è stato esaminato mediante uno studio meticoloso, per il quale si è ricorso per la prima volta alla Nanotecnologia, tecnica basata sull’utilizzo di nano materiali. “Abbiamo notato che i nano materiali riescono, meglio di altre sostanze, a conservare questi importanti beni senza intaccarne le caratteristiche fondamentali“, queste le parole del dottor Della Valle, sposate in toto dalla dottoressa Zuccalà, la quale sottolinea quanto sia importante “investire in formazione sulle nanotecnologie per creare nuove figure professionali che possano utilizzare i nano materiali”. Ciò, oltre a permettere la preservazione degli innumerevoli reperti archeologici di cui l’Italia è ricca, molto più di qualsiasi altro Paese, porterebbe alla nascita di nuove figure di esperti professionisti in grado di lavorare con i nano materiali.

Molto soddisfatto anche il sindaco di San Potito Sannitico, Francesco Imperadore, che sottolinea come tale studio, relativo ai reperti portati alla luce in località Torelle, “un pezzo di storia” per il comune altocasertano, sia di notevole significato per il territorio e per l’intera comunità scientifica.

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