Ed accade ancora oggi.
Per la Diocesi di Alife-Caiazzo, la presenza è stata garantita dalla parrocchia di Santa Maria Maggiore di Piedimonte Matese, che vive con entusiasmo e passione la dimensione diocesana di AC.
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https://www.youtube.com/watch?v=LroIqTe4XLQ
“Abitare la città è anche partecipare ad una giornata come questa per dire che insieme si può stare e si può fare molto” le parole di Aldina Maciariello, delegata regionale, hanno richiamato l’iniziativa annuale 2019-2020 dell’Acr (È la città giusta!) ma anche tradotto che la Chiesa in uscita è quella che abbandona schemi e luoghi comuni, abitudini come quelle di chi fatica a lasciarsi coinvolgere anche da una giornata come questa.
Sentimento esteso a quanti l’Acr l’hanno fatta crescere e l’hanno arricchita dei propri carismi: il pensiero ai tanti volti che non ci sono più, giovani e anziani, che hanno vegliato e ancora vegliano sui più piccoli di questa grande famiglia; pensiero a quegli educatori ormai cresciutissimi che hanno dimostrato il valore di un tempo donato senza se e senza ma, offredo il bell’esempio di costanza, dedizione, competenza…; pensiero caro soprattutto agli educatori di oggi, appassionati nonostante mille impegni e mille strade percorse ogni giorno…
Non ha fatto mancare il suo saluto e il benevenuto il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, richiando il dovere di una Chiesa “perennemente missionaria secondo lo stile del poverello di Assisi e quello di Papa Francesco”. Anche lui, sul tema della città e lo stile di abitarla in cui si cimenteranno i ragazzi dell’Ac ha sollecitato ad essere fuori, a farsi carico dei problemi e delle fragilità degli altri, e in una Chiesa non senza fragilità oggi, deve ritrovare nei laici le persone in grado di sostenerne il cammino. Al suo saluto è seguito quello del presidente Ac di Benevento Vincenzo Mastronardi, che con l’equipe regionale ha curato la preparazione della festa.
Nella messa, celebrata dall’arcivescovo della Città, Mons. Felice Accrocca, il richiamo alla liturigia della XXVIII domenica del tempo ordinario che chiede all’uomo il coraggio della gratitudine e l’impegno della gratuità. L’episodio dei 10 lebbrosi guariti, e dell’unico tornato a ringraziare Gesù diventa l’invito del Vescovo di “imparare a dire grazie a Dio, grazie ai nostri genitori… (…) e grazie anche all’Acr per il dono e l’opportunità di incontrare amici…e avere educatori accanto (…). Impariamo a dire grazie perchè non costa nulla dirlo e fa bene a chi lo riceve…”.
Pomeriggio che abbraccia nella festa anche il dolore: la messa in scena della cooperativa sociale Il tappeto di Iqbal è stato un omaggio alla storia – lontana e recente – di uomini e donne migranti o ai margini della società, vittime di indifferenza, di discriminazione, di pregiuduzio. La presenza del gruppo di attori della cooperativa ha voluto ricordare ai presenti uno dei tanti progetti di pace che l’Acr sostiene anche economicamente, e in questo caso, quello di una realtà (Il tappeto di Iqbal) che nel difficile quartiere Barra di Napoli si occupa del recupero sociale e della formazione di numerosi bambini.
In ultimo le candeline (ogni Diocesi ne ha donate due) e grand coro di Tanti auguri a te… per concludere una delle giornate più belle scritte dall’Acr della Campania.