Quella di oggi, giovedì 17 ottobre, è una giornata densa di significato per le zone interne della Campania. Ad Avellino, presso la Sala “Grasso” di Palazzo Caracciolo, che è sede dell’Amministrazione provinciale, è in corso un incontro tecnico, istituito dal governatore della Regione, Vincenzo De Luca, e presieduto dal consigliere delegato, Francesco Todisco, in cui si discuterà della nuova perimetrazione delle Aree Interne del territorio campano.
Anche le località interne dell’Alto Casertano saranno oggetto del confronto politico di quest’oggi, un traguardo più che positivo che permette alle diverse realtà cittadine che ne fanno parte di ricevere quell’attenzione anelata da tempo. Le zone che si sviluppano tra il fiume Volturno e il Matese sono caratterizzate da una geografia piuttosto complessa, che le porta ad essere “significativamente distanti dai centri di offerta di servizi essenziali, quali istruzione, salute e mobilità, […] nelle quali vive circa un quarto della popolazione italiana”, dati di fatto ai quali fa riferimento Sonia Palmeri, assessore regionale al Lavoro e alle Risorse Umane, presente anche lei al tavolo tecnico.
Nuova perimetrazione significa anche recupero di un gap storico per le aree in questione e, quindi, anche per quelle della provincia di Caserta in particolare per quelle situate nella parte più settentrionale del territorio provinciale. Le zone interne toccate dal provvedimento di ridefinizione dei confini, oltre all’Alto Casertano, sono quelle comprese nel Cilento, del Vallo di Diano, dell’Alta Irpinia e dell’Area Tammaro-Titerno.
Ogni luogo gode di una propria specificità che va preservata nella maniera più assoluta. A questa finalità sono chiamate le Istituzioni locali, provinciali e regionali, il cui intervento rappresenta un dovere innanzitutto nei confronti dei cittadini. Quelli più decentrati sono luoghi nei quali il più delle volte si nasconde il meglio del patrimonio artistico, storico e culturale di una popolazione; in essi si annidano miriadi di potenzialità che meritano di essere colte, coltivate e valorizzate. Su di esse chi amministra ha il dovere di investire, perché, come sottolinea anche l’assessore Palmeri, “più investimenti vuol dire maggiori occasioni di sviluppo, maggiore occupazione e benessere“.