Armando Pepe – Riuscitissimo l’incontro su Leonardo da Vinci che si è tenuto al Liceo “G. Galilei” di Piedimonte Matese, mercoledì 30 ottobre, per celebrarne i cinquecento anni dalla morte. La dirigente scolastica, professoressa Bernarda De Girolamo, ha sostenuto convintamente l’iniziativa affinché si svolgesse nel migliore dei modi, e così è stato. La conferenza, che ha avuto un pubblico ampio e motivato, ha cercato di illustrare la poliedricità del genio nazionale, sceverandone gli aspetti più reconditi, facendo luce anche laddove il mistero s’infittisce lasciando spazio a legioni di romanzieri.
Il professor Armando Pepe, dopo una breve prolusione mirata a dare delle coordinate sul quadro geopolitico italiano a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento, quando c’erano protagonisti di primo piano, ed entrati nella leggenda, come Ludovico il Moro e Cesare Borgia, ha ceduto la parola ai due relatori: i professori Giuseppe Castrillo, già dirigente scolastico, e Andrea Zezza, docente di Storia dell’Arte Moderna presso il DILBEC (Dipartimento di Lettere e Beni Culturali) dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”.
Il professore Castrillo ha affrontato il punto di vista letterario, relazionando sulla biblioteca perduta di Leonardo, ovvero sulla sua formazione umanistica, ciò che aveva studiato e/o letto, poiché “una biblioteca può essere come un autoritratto, un’autobiografia”. Pur considerato, e a torto, omo sanza lettere, Leonardo dedicò una parte importante della propria attività intellettuale alla parola scritta. Il professor Zezza, in modo accattivante e tenendo conto delle esigenze degli alunni, ha esemplificato il discorso, utilizzando numerose immagini di disegni e quadri famosi, partendo appunto da una lettura iconologica della Gioconda, e suggerendo ai presenti che “per Leonardo nessuna creatura è simile a un’altra, nessuna espressione è analoga a quella precedente, e l’artista deve rendere questo universo in continuo mutamento davanti ai nostri occhi”, insomma Leonardo ebbe viva in sé la concezione eraclitea del continuo divenire delle cose, del flusso perenne dell’esistenza.
La lezione è culminata in un coinvolgente dibattito con gli studenti condotto dal professore Antonio Capriata, che è stato molto apprezzato. Il colloquio, con una qualificata partecipazione esterna, è stato un momento informale ma altamente formativo offerto da un’istituzione scolastica per la crescita del territorio.