Cinzia Brandi * – “La qualità della propria fede nella vita”. Partiamo da questo pensiero per raccontare l’incontro tra Monsignor Francesco Orazio Piazza e le Presidenze parrocchiali e quella diocesana di Azione Cattolica che si è svolto ieri sera in Episcopio a Piedimonte Matese.
Un pensiero che deve essere sempre una domanda che accompagna il cammino del credente. Che lo deve spingere, continuamente, ad una tensione spirituale, ad una formazione che è sempre prima personale (rimessa alla sensibilità e alla capacità di discernimento di ciascuno) e poi associativa ed ecclesiale.
Un incontro atteso per raccontare la vita delle parrocchie, la bellezza dell’agire dei laici che con il proprio sì contribuiscono a rendere la Chiesa locale più bella, storie nella Storia, che ogni giorno si pongono in maniera critica davanti alle scelte che il nostro tempo pone.
Una vivace discussione e insieme l’occasione per parlare, nella forma di narrazione, della propria comunità. Tutti con un atteggiamento propositivo. Già nella celebrazione del 4 maggio, data del primo incontro della comunità diocesana di Alife-Caiazzo con il suo Amministratore Apostolico, la parola che è risuonata in Cattedrale è stata Speranza. Monsignor Piazza sin dall’inizio ha chiesto che le singole comunità portassero il bello della loro vita. Non lamentazioni, non scoraggiamento, non lati bui.
Ognuno di noi si trova ad affrontare i disagi della piccola comunità, della fatica della quotidianità, del sentirsi spesso “vaso di coccio tra i vasi di ferro”, dell’essere non compreso…ma non è questo che caratterizza il vivere del laico di Azione Cattolica.
Quello che caratterizza il profilo del credente, ha sottolineato mons. Piazza, in particolare di chi ha fatto la scelta di adesione ad un progetto di vita, è una salda spiritualità ed una grande capacità di discernimento.
E ha delineato il rapporto di collaborazione che deve esistere tra un Vescovo e l’Azione Cattolica: fatto di una collaborazione costante, di un ascolto reciproco, di un affiatamento negli intenti, con un solo obiettivo, attuare il bene della Chiesa.
Monsignor Piazza ha chiesto all’Azione Cattolica un ascolto attento e maturo dei tempi, anche per quelli di transizione. Un ascolto a cui far seguire un profondo discernimento per non sprecare quello che il Signore ha messo nelle nostre mani.
Solo così, ha concluso il Vescovo Piazza, potremo continuare ad essere coloro “che si impegnano liberamente …in diretta collaborazione con il Papa, i vescovi, i sacerdoti, per la realizzazione del fine apostolico della Chiesa” come recita l’art. 1 dello Statuto studiato, elaborato e consegnato alla ACI nel 1969 da Vittorio Bachelet.
È proprio in questa definizione che si individua la natura ecclesiale dell’AC ed è proprio questo il compito affidato all’Associazione: accompagnare il Vescovo, oggi e domani, nella impostazione e nella realizzazione del cammino ecclesiale. Ne deriva che ieri oggi e domani, siamo stati, siamo e saremo seminatori.
Infine il Vescovo ha consegnato a ogni AC parrocchiale tre parole: interparrocchialità, interforanialità, diocesanità e le ha racchiuse in un unico filo conduttore: entusiasmo.
E continua il cammino annuale della Azione Cattolica: mentre in ogni parrocchia si programmano le assemblee parrocchiali elettive (la forza della democraticità che caratterizza l’Associazione), il pomeriggio del 7 dicembre ci sarà la Festa Diocesana della Adesione alla AC, al Santuario dell’Addolorata (Alvignano) in compagnia del vescovo Orazio Francesco.
* Presidente diocesano di Azione Cattolica