Una partecipazione consistente e significativa, quella delle realtà associative del territorio, che prova quanto resti alta l’attenzione, ma soprattutto l’intenzione del dialogo con le istituzioni e i cittadini che abitano il territorio matesino. Netta è la posizione assunta e mantenuta dalla Consulta, che, come si evince dalla relazione trasmessa alla Commissione, difende la volontà di “dare indicazioni dal basso del processo costitutivo, quanto più pertinenti alle esigenze del territorio interessato” (Leggi la Relazione della Consulta). Il Parco Nazionale del Matese ci sarà e, per rendere tale obiettivo effettivo, risulta indispensabile una “azione informativa a favore delle Comunità”, per permettere loro di acquistare consapevolezza su cosa significa Parco Nazionale, quali attività sono praticabili e quali sono vietate, ecc.
L’impegno che le associazioni della Consulta del Matese portano avanti è sicuramente un contributo fondamentale; il ruolo di “attenti osservatori” ed esperti informatori non si fermerà, ma per rendere questa campagna informativa ancora più efficace, occorrerebbe un supporto maggiore da parte della politica locale e regionale. “Addormentare la consapevolezza, attraverso indicazioni sommarie e talvolta terroristiche per le popolazioni, è stata la più miserabile delle azioni riscontrate nell’ultimo periodo”, così il presidente D’Andrea, facendosi portavoce di una sensibilità specifica, quella di chi vive il Matese, ne conosce le potenzialità e crede nella possiblità di “aumentare la Qualità sulla Quantità” dei luoghi che lo compongono.
Tenuto conto della inutilità, per il nostro territorio della gestione del Parco del Matese, dei risultati negativi, sotto tutti i profili, fallimento della politica, che ha guidato la gestione del Parco, é davvero difficile credere che quello che non ha fatto il livello di prossimità lo riesca a fare un livello distante dal nostro territorio.
Ci vorrebbe un salto di qualità e di consapevolezza da parte della maggioranza dei cittadini del nostro territorio.