È on line dall’8 gennaio, il sito dell’evento “Mediterraneo, frontiera di pace”, in programma a Bari dal 19 al 23 febbraio (www.mediterraneodipace.it). Organizzato dalla Conferenza episcopale italiana, l’evento si concluderà, domenica 23, con la messa presieduta da Papa Francesco alle 10.45. “La gravità delle crisi che stanno colpendo il bacino del Mare Nostrum è sotto gli occhi di tutti; come Chiesa abbiamo il dovere non solo di non chiudere gli occhi, ma di comprenderla e denunciarla con forza”, afferma il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei. Con l’iniziativa di Bari, dunque, “la Chiesa italiana ha deciso di non unirsi al coro dei profeti di sventura, per riconoscere invece che qualcosa di nuovo può e deve nascere anche nell’area mediterranea”.
Una grafica semplice ed immediata caratterizza il portale che contiene tutte le informazioni, le notizie e gli approfondimenti riguardanti l’Incontro di riflessione e spiritualità che vedrà riuniti, nel capoluogo pugliese, i vescovi cattolici dei Paesi affacciati sul Mare Nostrum “per confrontarsi sui problemi e il futuro dell’area mediterranea, ma anche per rafforzare un processo organico di scambio e aiuto tra le Chiese”, spiega l’Ufficio comunicazioni sociali della Cei: “L’appuntamento di Bari vuole essere un laboratorio di sinodalità, intesa come stile da far trasparire nella stima vicendevole, nella gratitudine, nella cura delle relazioni.
La Chiesa mediterranea, ricca di tradizioni liturgiche, spirituali ed ecclesiologiche, infatti, è presente e operosa, desiderosa di rafforzare le strutture di comunione esistenti e forse d’inventarne anche di nuove”. Nel sito è visibile anche il logo dell’evento, la cui forma semicircolare richiama l’idea dell’arcobaleno, segno di perdono e riconciliazione. Il colore dominante è l’azzurro del mare che intende rappresentare, oltre alle acque, l’insoddisfazione verso la condizione attuale e il desiderio di ricerca di una situazione nuova. La scritta MediTERRAneo, con evidenziata la parola “terra”, esprime proprio questo anelito. Le mani che si protendono l’una verso l’altra simboleggiano l’incontro e incarnano, allo stesso tempo, la ricchezza e la storia di ogni territorio che si affaccia sul bacino del Mare Nostrum. La figura stilizzata è immagine dello slancio che i vescovi e i popoli del Mediterraneo vogliono compiere per la promozione di una cultura del dialogo e per la costruzione della pace.
Fonte Agensir