La ricchezza e varietà di specie animali e vegetali che caratterizzano il Matese non sono certo una novità, dimostrando che il paesaggio matesino è “regno” incontrastato della biodiversità. L’attività imperterrita portata avanti in questi anni dall’associazione Ardea, coordinata dal dottor Giovanni Capobianco, giovane appassionato di tutto ciò che concerne il suo Matese, si è concretizzata in un progetto che continua a rivelarsi nella sua funzionalità. Si tratta del Foto-trappolaggio naturalistico Matese, una tecnica capace di censire e monitorare tutte quelle specie della fauna matesina potenzialmente sono state passate in rassegna, magari avvistate o la cui presenza è stata solo ipotizzata ma mai accertata.
Attraverso il meccanismo delle fototrappole diverse sono le specie già individuate, come il gatto selvatico, il lupo, la volpe, la faina ed altre, analizzandone i comportamenti, le abitudini alimentari, il modo in cui gli esemplari adulti accudiscono i loro piccoli, e così via.
I boschi del Matese, però, rappresentano una scoperta continua e lo dimostrano i recenti filmati che gli esperti di Ardea, in collaborazione con l’Ente Parco, hanno realizzato: grazie ai diversi sopralluoghi effettuati da Francesco Parisi, le immagini delle fototrappole di Gianni Falato, immortalano un esemplare di cervo, avvistato in una zona situata “a contatto con il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise“, come specifica Capobianco sulla sua pagina Facebook. Tale animale, appartenente alla famiglia degli Ungulati, va dunque ad aggiungersi ai tanti altri, tra cui anche il cinghiale, il capriolo e la lepre.
La prova del nove che gli animali vivono migrando di continuo da un’area all’altra, il che permette l’osservazione e lo studio scientifico di aree differenti ma connesse tra loro, proprio perché abitate dalle medesime specie, come afferma Capobianco.
Che cos’è il Foto-trappolaggio?
Leggi l’intervista all’esperto Giovanni Capobianco