Nicolino Lombardi stamattina ci fa dono di un racconto inaspettato, se non altro per la storia che l’ha condotto fino in Basilicata…
Gli siamo grati di questa originalità di cui ci fa dono stamattina, ma soprattutto per la sua capacità di averci condotto alle origini e di averci abituati allo stile di ricercatori curiosi rispetto alla tradzione locale del ‘900. Lo fa da anni descrivendo e fissando la memoria sulle radici da cui veniamo: una terra di contadini e di valori, di lavoro e famiglie, di folklore e cibi sani, di nomi e storie, di partenze e di ritorni…
Il suo impegno si è più volte tradotto in eventi, convegni, alcuni scritti e più di tutto nella bellissima e rara Esposizione Permanente delle macchine Agricole d’Epoca presso l’Istituto Tecnico Agrario di Piedimonte Matese, scuola che dirige da diversi anni, scuola di antica tradizione storia come poche in Campania.
Nicolino Lombardi – Ero già stato a Matera e quando ho avuto occasione di recarmi a Marsicovetere, in provincia di Potenza, per via di una vecchia trebbiatrice, credevo di sapere già ogni cosa della bellissima Basilicata.
Non era così: la prima grande sorpresa è stata la viabilità.
Avevo dato uno sguardo su Google Map e avevo visto che Marsicovetere si trovava a una quota di oltre 1000 m. slm per cui mi ero immaginato mille difficoltà per me con l’auto, ma soprattutto per il trasportatore, che sarebbe arrivato con un camion con un cassone lungo 9 metri per caricare l’antico mezzo agricolo.
L’appuntamento era alle 9.30 a Marsicovetere con il trasportatore, con uno degli eredi che ci stava donando la trebiattrice, l’avvocato Raffaele Dalessandri, e con un signore del posto, Antonio Fratantuono, che doveva darci una mano per tirare fuori la grande macchina dal garage in cui era stata depositata circa 50 anni prima.
Un viaggio che sorprende
Sono partito con l’auto da San Potito Sannitico alle 5.00 del mattino contando di arrivare un po’ prima per cercare un posto dove poter caricare la trebbiatrice con comodità sul camion. Con mia grande sorpresa alle 7.45 ero già arrivato a destinazione.
Uscito dalla A2 con una comodissima superstrada arrivo a Villa d’Agri, a 600 m. slm, una delle frazioni che insieme a Barricelle compone il comune di Marsicovetere e in una manciata di minuti, con una agevolissima strada, raggiungo Marsicovetere a oltre 1000 m. slm. Confesso che con le mie preoccupazioni sul viaggio da affrontare mi sono sentito un po’ come Peppino e Totò che si recarono a Milano col colbacco pensando al freddo e alla nebbia che avrebbero trovato.
Un residente mi dice subito del petrolio, mi spiega che occupazione, viabilità, piccoli business fioriti attorno alle estrazioni e agevolazioni e finanziamenti per i cittadini sono il frutto di accordi delle Amministrazioni locali (Regione, Provincia e Comuni) con le multinazionali che estraggono petrolio in quest’area, che detiene la più grande riserva petrolifera d’Italia (70,6 % del petrolio e il 14 % del gas italiani) ma che ovviamente questa storia, iniziata con la neonata Agip già nella seconda metà degli anni ‘30, presenta un rovescio della medaglia…
Genesi di un incontro felice e di un dono di gran valore
Io però nella bellissima Marsicovetere, che consiglio a tutti di visitare, non sono arrivato per il petrolio, ma seguendo la nostalgica pista del grano: una trebbiatrice Originale Leitner Littorina 60 novus degli anni ’30 che ha un proprietario di nome Benito (secondo nome), una contrada Molinara, e Mara Molinari, la quale scopre che anche il cognome la lega al grano e alla sua Terra.
Nel novembre del 2019 Mara Molinari, una gentilissima signora originaria di Marsicovetere che oggi vive a Roma, facendo una ricerca su Internet aveva visitato l’Esposizione Permanente delle macchine Agricole d’Epoca allocata attualmente nell’Istituto Tecnico Agrario di Piedimonte Matese e mi aveva contattato per ricevere notizie su una vecchia trebbiatrice da montagna appartenuta a suo nonno Briglia Giovanni Benito.
Le avevo scritto che si trattava di una LEITNER 60 (battitore da 60 cm) con tritapestapaglia, grancrivello, aspiratore di pula e piano di carico a sbalzo costruita a Vipiteno in provincia di Bolzano negli anni ’30 e ’40 e venduta principalmente in collina e in montagna nelle zone meridionali e insulari, e le avevo dato qualche informazione sul suo valore economico.
Nel gennaio 2020 Mara mi comunica la disponibilità della sua famiglia ad affidare all’Esposizione Permanente la piccola trebbiatrice di montagna con il suo motore Lombardini diesel 9 CV collocato su carrello.
Mara mi spiega che l’idea è nata all’inizio del 2019, quando ha manifestato alla sua famiglia la volontà di onorare il proprio nonno e far “rinascere” la sua Trebbiatrice esponendola in un museo, scongiurando così il rischio di vederla marcire alle intemperie.
La cordialità e la riconoscenza del Mezzogiorno
Il 28 gennaio, giorno stabilito per il ritiro della trebbiatrice, dunque, mi sono recato sul posto. Mara vive a Roma, ma in paese mi fa aspettare dalla proprietaria, la signora Celeste Briglia, sua madre, dall’avv. Raffaele Dalessandri e dall’arch. Giannangelo Briglia, suoi cugini.
Tanta cordialità, biscotti e panorama dalla signora Celeste, caffè dalla novantenne
zia Orsola, e poi al lavoro per caricare.
All’arrivo in paese non c’è nessuno ma poi in tanti vengono fuori a veder partire la vecchia macchina; la gente si è informata, ha chiesto tra la commozione e qualche lacrima: c’era chi ricordava l’anziano proprietario che aveva lavorato con la trebbiatrice con l’importante mansione di ammuccatore (cioè imboccava la trebbia con i fasci di spighe) e chi raccontava di quando questa trebbiatrice andava nella propria aia. Mi hanno raccomandato di trattarla bene investendomi della responsabilità di custodire la loro storia… Un impegno che condividerò con i collaboratori e i nostri studenti.
A Piedimonte Matese per la prossima trebbiatura
A Piedimonte Matese la macchina sarà pulita ed esposta. Il mio impegno (scritto) con la famiglia è di ristrutturare e utilizzare questi due reperti (trebbia e motore) a fini didattici e divulgativi nell’ambito dell’Esposizione Permanente delle macchine agricole d’epoca, nella consapevolezza che l’uso della trebbiatrice non potrà cambiare destinazione, che la stessa non potrà essere ceduta per nessun motivo a terze persone e che dovrà riportare una targa che ne illustri proprietario, Briglia Giovanni Benito, e la provenienza (Marsicovetere – PZ), oltre che il contesto storico da cui proviene.
Non ho avuto ancora modo di incontrare Mara per ringraziarla di tutto, ma lei mi ha promesso che in estate, quando faremo trebbiare il grano alla Leitner del nonno Giovanni Benito Briglia, ci sarà, con suoi genitori, i suoi zii, i suoi cugini e sua sorella.
E’ una notizia straordinaria. Soltanto la competenza, la sensibilità è la passione del Preside Nicolino Lombardi poteva riuscire a realizzare questo evento. Congratulazioni
assistere ad una sua ” trebbiatura ” sarà un jurassic park in stile Holliwoodiano.
complimenti, sarò certamente tra i presenti
Mi sono state raccontate le giornate di trebbiatura da mio padre. Ogni qual volta che andavo da mia nonna sognavo di poterla vedere in funzione un giorno.