Lo scorso 29 gennaio Papa Francesco nella consueta udienza settimanale del mercoledì annunciava il ciclo di catechesi sulle Beatitudini del vangelo di Matteo, anticipandone i contenuti e lo spirito…
Da questa mattina la riflessione di Francesco si apre ad un particolare approfondimento a partire da Beati in poveri in spirito…
Un focus sullo stile della vera povertà, quella che rende liberi: dare la vita per gli altri, essere per gli altri, non trattenere nulla per sè…
“Ci sono quelli che hanno i regni di questo mondo: hanno beni e hanno comodità. Ma sono regni che finiscono”. Lo ha detto il Papa, per spiegare, durante la catechesi dell’udienza di oggi, che “il Regno di Dio è dei poveri in spirito”, come recita la prima Beatitudine contenuta nel Vangelo di Matteo.
“Il potere degli uomini, anche gli imperi più grandi, passano e scompaiono”, il monito di Francesco, che ha proseguito a braccio: ”Tante volte vediamo nel telegiornale o sui giornale che quel governante forte, potente, quel governo è caduto: ieri c’era, oggi non c’è. Le ricchezze di questo mondo se ne vanno, anche il denaro. I vecchi ci insegnavano che il sudario non aveva tasche. Non ho mai visto un corteo funebre con un camion di trasloco: nessuno si porta nulla. Queste ricchezze rimangono qui”.
“Regna veramente chi sa amare il vero bene più di sé stesso”, la ricetta del Papa: “Questo è il potere spirituale, questo è il potere di Dio”.
“In che cosa Cristo si è mostrato potente?”, si è chiesto Francesco: “Perché ha saputo fare quello che i re della terra non fanno: dare la vita per gli uomini”.
“Questo è vero potere”, ha commentato ancora fuori testo: “Potere della fratellanza, potere della carità, potere dell’amore, potere dell’umiltà. Questo ha fatto Cristo. In questo sta la vera libertà. Chi ha questo potere dell’umiltà, del servizio, della fratellanza, è libero. A servizio di questa libertà sta la povertà elogiata dalle Beatitudini. Perché c’è una povertà che dobbiamo accettare, quella del nostro essere, e una povertà che invece dobbiamo cercare, quella concreta, dalle cose di questo mondo, per essere liberi e poter amare”.
“Sempre cercare la libertà del cuore, quella che ha le radici nella povertà di noi stessi”, l’invito finale a braccio.