Matese tra moderno e contemporaneo
Un interessante approfondimento su Nicola Ventriglia, un focus sulla persona, sul politico capace di parlare e operare in termini di progresso.
Per i tanti cittadini di Piedimonte Matese e del comprensorio matesino, quel nome oggi, è semplicemente la titolazione di una scuola media e nulla di più. Lavori e riconoscimenti in tutta l’area casertana a vantaggio della cultura e dell’economia, dunque della libertà delle persone…
Banchiere e politico di Piedimonte d’Alife
di Annamaria Ventriglia
Nicola Ventriglia nacque a Piedimonte d’Alife il 27 febbraio 1837 da Francesco e Teresa Gagliano. Compì gli studi presso il Seminario Alifano di Piedimonte, successivamente con il precettore e con lo zio, monsignor Raffaele Ventriglia.
Sposò Rosa Onoratelli, da cui ebbe cinque figli.
Onori e oneri
Nicola Ventriglia ricoprì incarichi amministrativi a Piedimonte e nella provincia di Terra di Lavoro. Per la sua città profuse le migliori energie intellettuali e morali, accettando volentieri oneri e responsabilità, mirando con senso civico, progettualità lungimirante e altruismo al bene sociale ed al progresso del territorio, irradiando la sua attività in campo amministrativo, educativo e nelle opere caritatevoli e assistenziali. Si trovò ad operare nel delicato passaggio dal governo borbonico a quello sabaudo.
Il cursus honorum fu lungo e inarrestabile: il 6 agosto 1860 fu eletto decurione al comune di Piedimonte ed il 6 ottobre gli fu affidato l’incarico straordinario di sostituire il sindaco Pietro Romagnoli, esponente del liberalismo locale. Pur essendo giovanissimo, svolse con grande prudenza e professionalità il proprio compito, amministrando al meglio la cosa pubblica, sapendo equilibrare le varie componenti e i divergenti pensieri politici, mediando per trovare sempre un punto d’incontro tra le diverse fazioni. Fu consigliere comunale dal 1861, agente demaniale per il mandamento di Piedimonte nel 1863, vice presidente e presidente della commissione della ricchezza mobile dal 1864, sindaco di Piedimonte tra il 1867 e il 1870, consigliere provinciale di Terra di Lavoro dal 1867. Fu membro di diversi organismi, come la giunta di statistica, le commissioni della repressione del brigantaggio, del regio manicomio di Aversa, della leva militare. Fu vicepresidente e poi presidente della provincia di Terra di Lavoro tra il 1884 e il 1903.
Operosità
Curò il risanamento del Monte dei Pegni di Piedimonte, assumendone la gestione dal 1867 e arginando, per quanto possibile, l’usura. Non lesinò sforzi per far istituire in Piedimonte l’asilo infantile «Principe Umberto»- inaugurato solennemente il 14 novembre 1869- la cui amministrazione fu affidata alla Congrega di Carità.
Fondò nel 1868 la Cassa di Risparmio in Piedimonte. La Cassa, per sua volontà, donò libri agli alunni della scuola elementare e fornì strumenti agricoli agli studenti bisognosi diplomatisi alla Regia Scuola Agraria di Piedimonte, bandì concorsi a premi fra olivicoltori, promosse elargizioni alla Scuola di Disegno, sovvenzionò la Congregazione di Carità per cercare di alleviare il disagio economico.
Assunse, nel 1868, la direzione delle Opere Pie di Piedimonte, che riorganizzò e razionalizzò, facendole confluire, a partire dal 1° novembre 1871, nel nuovo Istituto di Pubblica Beneficienza, annesso alla Congrega di Carità, in modo da aumentarne il patrimonio. La riorganizzazione delle Opere Pie fu fomite di aspre critiche, ma il passare del tempo fece emergere la lungimiranza di tale scelta.
Credendo fermamente nell’istruzione come strumento di progresso, fu uno dei membri fondatori dell’Associazione Italiana per l’Educazione del Popolo, costituitasi a Firenze il 30 aprile 1870.
Nel 1874 si adoperò per la riorganizzazione dell’Istituto d’Arte «San Lorenzo» di Aversa. Successivamente promosse il risanamento dell’ospedale piedimontese di «Ave Gratia Plena», attuando le volontà del vescovo di Alife, monsignor Barbato Pasca di Magliano.
Rappresentò la provincia di Caserta al Congresso Internazionale di Milano del 1880.
Si impegnò fattivamente per la costruzione di strade provinciali, linee ferrate e ponti, essendo il promotore della strada «Serretelle», che collega Piedimonte a Castello e a San Gregorio. Curò le mediazioni di varie trattative e controversie economico-politiche, come quella per lo sfruttamento delle acque solfuree di Telese.
Per il suo operato, rivolto allo sviluppo ed al progresso del territorio, gli furono conferite molteplici onorificenze e benemerenze, tra cui quelle di Cavaliere della Corona d’Italia, con Regio Decreto del 29 luglio 1868, Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro nel 1868, Commendatore del Regno d’Italia, con Regio Decreto del 4 gennaio 1885.
Dipartita terrena e ricordo
Morì a Piedimonte il 31 marzo 1907.
Nella seduta straordinaria del 15 aprile 1907 il Consiglio Provinciale di Caserta, nel commemorarlo, deliberò per la collocazione di un busto celebrativo in bronzo presso la sala riunioni della Deputazione provinciale e per l’invio di un busto in gesso al comune di Piedimonte.
Sulla facciata dell’allora Cassa di Risparmio, oggi Istituto Scolastico a lui intitolato, un’epigrafe commemorativa, apposta il 20 dicembre 1925, ne ricorda i meriti e l’opera «affinché, nell’esempio di tal cittadino, rimanga e diffondasi l’insegnamento che veramente liberi e forti non sono che i previdenti e che il risparmio più nobile è quello di chi meno guadagna».
Fonti e bibliografia
Nicola Ventriglia:
Archivio Famiglia Ventriglia, presso palazzo Ventriglia, Piedimonte Matese.
Domenico De Francesco, La provincia di Terra di Lavoro, oggi Caserta, nelle sue circoscrizioni territoriali e nei suoi amministratori a tutto il 1960, Caserta, Amministrazione Provinciale 1961.
Angelo Scorciarini Coppola jr:
Annuario Associazione Storica del Medio Volturno 2019