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“Siamo noi a dare qualità alla vita“ sull’esempio di Giuseppe, l’omelia di mons. Piazza

Nella messa in diretta social e tv, nella festa di San Giuseppe, il vescovo Orazio Francesco ha rivolto un messaggio di vicinanza soprattutto ai lavoratori e alle famiglie, in ginocchio a causa dell’emergenza da Coronavirus

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Giovanna Corsale – Una santa messa per celebrare “un’unica intenzione, quella della grande famiglia che siamo”.
Mons. Orazio Francesco Piazza, vescovo di Sessa Aurunca e amministratore apostolico di Alife-Caiazzo, ha rinnovato la sua vicinanza alle comunità di cui è Pastore, nella celebrazione in occasione della festa di San Giuseppe, in diretta dalla Cappella dell’Episcopio in Sessa, questa mattina, sui canali social delle due Diocesi e su MediaTv.
“Un augurio ancora più vivo per aiutarci a superare questo momento difficile” è il richiamo che mons. Piazza ha esteso ai fedeli, rivolgendo un pensiero speciale “alla famiglia e ai lavoratori”.
L’emergenza sanitaria che ha messo in ginocchio il sistema economico mondiale e di conseguenza l’equilibrio individuale e familiare, “ci spinge oggi a seguire l’esempio di Giuseppe, un uomo reale, concreto, che vive la sua quotidianità, il suo lavoro, l’esilio e i suoi problemi, attraversandoli. Giuseppe soffre, ma è capace di plasmare le difficoltà ricavandone la potenza dell’amore, quello che lo lega alla sua famiglia”.
Fare come Giuseppe significa, in questa parentesi storica, drammatica come poche altre, “svegliarsi dal sonno, dall’angoscia dovuta alla complessità che stiamo vivendo, e avere uno sguardo realistico sulla realtà”.
Invito a un approccio razionale e propositivo, a far fruttare questo tempo di isolamento, sulla scia del suggerimento di Papa Francesco, “riservando un atteggiamento di premura verso gli anziani e gli ammalati, ma soprattutto sfruttando le nostre capacità per risollevarci”.

Dinanzi a una situazione problematica ci sono due possibilità, due atteggiamenti da poter assumere indicate dal Pastore: “disperarsi, quindi abbandonarsi alla paura, oppure avere fiducia nella Parola di Dio, che è sentiero di speranza” e quindi “far emergere dentro di noi la lucidità”, quella che ci permette di tenere fermi l’obiettivo da perseguire: il Bene. “Siamo noi a dare qualità alla vita, ai gesti, ai rapporti con gli altri”.

“Amore e affidabilità delle nostre scelte” sono le virtù che Giuseppe ha testimoniato con la sua esperienza di vita e le uniche che ci permettono di considerare il triste momento attuale, proiettando le nostre energie verso “una piccola normalità – ha proseguito mons. Piazza – “da cui ridare slancio nuovo al Pianeta”, in primis al mondo del lavoro, che “è fonte di dignità per la persona”, e al sistema produttivo, ora stremato, ma destinato a risalire a galla necessariamente, “per rimettere in moto l’intera filiera mondiale”.

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