Home Territorio Antonio Consola, “misure urgenti per assegni di cura e progetto Vita indipendente”

Antonio Consola, “misure urgenti per assegni di cura e progetto Vita indipendente”

L'epidemia da Coronavirus impone di alzare la voce. L'appello viene dirattamente dalla voce di un disabile: serve sostegno alle famiglie e ai disabili che vivono da soli per garantire sicurezza e vita a tutti

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Grazia Biasi – Antonio Consola. Lui è in parrocchia, in Piazza Roma, al bar, in occasione di eventi pubblici…
Presenza e volto identitario  della città di Piedimonte Matese, si racconta e ci racconta di sé ai tempi del coronavirus.
A quanti non lo conoscono e si stanno chiedendo il perché, la risposta viene da un suo “segno particolare” e che in questo momento storico lo differenzia in modo particolare da tutti gli altri compaesani: la disabilità.
Un aspetto della sua vita mai vissuto come ostacolo, ma portato con dignità e facilmente affrontato grazie alla sua forza interiore, grazie agli amici e alla famiglia…
Antonio, 51 anni, affetto da triplagia spastica che ne limita le articolazioni, il movimento…, ha studiato, si è laureato, lavora presso l’Ente idrico Campano, è stato amministratore comunale a Piedimonte Matese dal 1997 al 2006; presso la parrocchia di Santa Maria Maggiore riveste l’incarico di segretario del Consiglio pastorale parrocchiale.

Da diversi giorni, come tutti, è in casa, senza alcun tipo di contatto se non con i due assistenti domiciliari che per 24 ore al giorno gli sono accanto. “Ho rinunciato ad ogni contatto con la mia famiglia per evitare il rischio di possibili contagi, da una parte e dall’altra… Come tanti altri compaesani vivo senza dubbio la pesantezza e la fatica di questo momento, ma il mio pensiero va ai tanti come me, ai loro cari, ai sanitari e agli assistenti dei disabili soprattutto  quelli che operano in strutture preposte al alla loro cura o ospitalità; ma anche ai nostri Amministratori politici di ogni livello”.
Il lavoro lo sta svolgendo da casa (la sua fetta di impegno e di distrazione resta) ma il limite sociale imposto a tutti gli italiani si fa sentire eccome, a maggior ragione per uno come lui nutrito dai bellissimi rapporti di socialità…
La sua indole di uomo di dialogo, di iniziative, la sua esperienza amministrativa lo portano a guardare dritto negli occhi le storie e le situazioni di questo momento, e a chiedere a nome di tanti come lui “misure d’urgenza” per consentire sicurezza, anche in casa, ai tanti malati assistiti da famiglie o accompagnatori.

“In anticipo mi urge ringraziare in questo momento di così alta tensione il nostro sindaco Luigi Di Lorenzo, amico di sempre, e i Volontari della Protezione Civile per la vicinanza e il servizio che stanno offrendo alla Città di Piedimonte Matese. Tuttavia intervengo su un tema spinoso e che sul territorio ha generato di recente non poche polemiche chiamando direttamente in causa la nostra Amministrazione comunale. Ma mi urge l’obbligo di rivolgere un appello ai nostri governanti: per i disabili e le loro famiglie siano messe in campo misure d’urgenza (anche l’Europa lo ha fatto in questo momento!), azioni veloci e non più rinviabili che consentano l’erogazione degli assegni di cura e l’attivazione del II bando del progetto Vita indipendente”.

Antonio parla da conoscitore; lui, disabile ma anche ex amministratore politico di Piedimonte Matese, ce lo spiega così: “serve una azione urgente, e dobbiamo trovare il coraggio di compierla, per due motivi fondamentali: l’assegno di cura è il diritto di numerose famiglie con disabili gravi che appartengono a questo ambito sociale (il dissesto economico del Comune di Piedimonte Matese, ente capofila, ha bloccato i fondi; il recente incontro tra categorie di disabili e Comune in presenza del Prefetto di Caserta ancora non ha portato alla liquidazione delle somme, ndr); esso è il sostegno a tante necessità che mai come in questo momento si stanno palesando e forse moltiplicando. Il progetto Vita indipendente tocca invece i disabili come me, che vivendo da soli, devono poter contare su badanti e assistenti che in questo momento rappresentano l’unico contatto possibile, l’unica forma di vicinanza”, aggiungiamo noi, l’unico contatto con la vita…

Salvaguardare il rapporto uno a uno: sarebbe questo l’esito dell’applicazione della seconda misura che andrebbe a rafforzare la barriera immunitaria che si sta costruendo con il distanziamento tra le persone.
Antonio non pensa per sé, e neppure per i tanti disabili come lui.
Antonio pensa a tutti spiegando che un diversamente abile, assistito dalla sola badante – senza ulteriori contatti – non solo difende se stesso ma anche il resto della collettività.
Il suo appello è “restiamo a casa, tutti. Ma con la garanzia di essere assistiti in sicurezza…”. Manifesta un diritto, ma Antonio prova ad insegnarci anche un dovere, quello di essere cittadini responsabili che fanno della distanza l’unica forma di contatto futuro possibile

Un’ulteriore sua richiesta si estende ben oltre il territorio e ben oltre la sua patologia rivolgendo un pensiero affettuoso ai disabili più gravi e agli assistenti sanitari delle strutture diurne che li ospitano e prova ad interpellare il presidente della Regione Vincenzo De Luca, chiedendo “di voler attivare tutte le possibilità di screening e di fornire tutti gli strumenti di protezione individuale agli operatori sanitariin quanto abbiamo visto che anche in Lombardia, molti focolai sono nati nei centri per anziani…; sfruttiamo – purtroppo – l’esperienza della gravità che si è verificata in altre regioni per non commettere gli stessi errori. Chi può restare a casa non se ne vada in giro…”.

Conta avere le garanzie e i requisiti per difendersi da questo virus e dai suoi atroci sintomi. Ma presto, e forse prima del previsto torneremo ad interrogarci se tutto ha funzionato. E soprattutto se avrà funzionato la solidarietà di cui Antonio e tanti disabili e numerose loro famiglie hanno bisogno. Sarà la solidarietà espressa da una telefonata e da tante altre numerose, ma anche la capacità di entrare a far parte di quel coro di voci che, dai balconi, oltre alle più note (e bellissime!) canzoni, intoni inni di giustizia, di legalità, di servizi per l’Italia intera.
Che Antonio non sia da solo a farlo!
Che le associazioni di categoria non siano sole a farlo!
Che le famiglie non siano da sole ad urlarli…

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