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Coronavirus / Papa Francesco. Stasera da San Pietro la preghiera per il Mondo, la benedizione “Urbi et Orbi”, l’indulgenza plenaria

La preghiera e la benedizione 'Urbi et Orbi' di Papa Francesco, nell'emergenza coronavirus. A quanti si uniranno spiritualmente a questo momento tramite i media, sarà concessa l’indulgenza plenaria secondo le condizioni previste dal recente decreto della Penitenzieria Apostolica

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C’è attesa nel mondo per l’appuntamento di preghiera universale di stasera che il Papa ha proposto personalmente in occasione dell’Angelus, domenica scorsa, e dell’udienza generale di ieri in diretta dalla Biblioteca apostolica vaticana.
Alle 18.00 gli occhi di tutti saranno puntati sul sagrato della Basilica di San Pietro: scenario inconsueto e unico nella storia di questo luogo; da qui, da solo, Papa Francesco, pregherà di fronte alla Piazza vuota, implorando soccorso a Dio e misericordia da Lui per questo tempo di dolore, morte e tensione sociale a causa del dilagare della pandemia da Coronavirus.
A vincere il vuoto di San Pietro, la comunione spirituale dei fedeli che da ogni parte si uniranno in preghiera con il successore di Pietro.
La televisione Vaticana trasmetterà la diretta dell’evento; collegamenti anche attraverso RaiUno (17.50), Tv2000 (17.59), le pagine facebook Vatican News, Cei – Conferenza Episcopale Italiana e logicamente le nostre pagine Clarus e Diocesi Alife-Caiazzo.

  Il programma  
Come anticipato dalla Sala Stampa vaticana, in questa speciale circostanza, nei pressi del cancello centrale della Basilica Vaticana, saranno collocati l’immagine della Salus Populi Romani e il Crocifisso di San Marcello (portato processionalmente per le strade di Roma nel 1522 per fermare l’epidemia di peste) davanti al quale il Papa ha pregato alcuni giorni fa, e che anche Giovanni Paolo II volle in Vaticano durante il Giubileo del 2000.

Dopo l’ascolto della Parola di Dio, Papa Francesco terrà una meditazione. Il Santissimo Sacramento sarà esposto sull’altare collocato nell’atrio della Basilica Vaticana e dopo la supplica, seguirà il rito della Benedizione eucaristica “Urbi et Orbi”. Quindi il cardinale Angelo Comastri, Arciprete della Basilica di San Pietro, pronuncerà la formula per la proclamazione dell’indulgenza.

  Se vuoi approfondire…
Benedizione eucaristica “Urbi et Orbi”
Un evento sicuramente straordinario, quello che il Papa farà, in un periodo particolare, dove il mondo è in ginocchio per la pandemia. Un momento di grazia straordinario che concede un’opportunità di vivere con fede e speranza questo tempo di sofferenza e paura.

La Benedizione con il Santissimo Sacramento viene normalmente data al termine dell’adorazione eucaristica, che ha le sue origini intorno alla fine del 1100, inizi del 1200 in Belgio. Il Papa Urbano IV la conobbe e instaurò nel 1264 la Solennità del Corpus Domini per la Chiesa universale. L’anno prima ci fu il miracolo eucaristico di Bolsena. Fu poi incentivata dal Concilio ecumenico tridentino.

La Benedizione “Urbi et Orbi”, che normalmente viene impartita dopo l’elezione del Pontefice, nel giorno di Pasqua e in quello di Natale, è propria del ministero petrino, perché, ricorda il liturgista padre Arturo Elberti, si riferisce alla città di Roma, in quanto vescovo della diocesi, e al mondo, in quanto Sommo Pontefice. Ed è una benedizione a cui è annessa l’indulgenza plenaria (fonte vaticanews).

L’indulgenza plenaria
L’indulgenza plenaria si chiama così perché rimette tutte le conseguenze del peccato a differenza dei casi in cui si può ricevere l’indulgenza parziale. Ora in questo particolare momento, l’indulgenza plenaria viene concessa secondo il recente decreto della Penitenziaria Apostolica (leggi), che prevede la possibilità di riceverla in forma straordinaria rispetto a quanto ordinariamente richiesto, in particolare per quanto concerne il Sacramento della Confessione e dell’Eucarestia. Questa grazia è concessa sia ai fedeli affetti da Coronavirus e a chi li assiste, in primo luogo i familiari e i sanitari, sia a tutti i fedeli che pregano per i malati, a condizioni leggermente differenti, illustrate nel decreto della stessa Penitenzieria. “E’ un grazia che risponde al momento che tutti stiamo vivendo, per aiutare tutti a scoprire che Cristo si fa presente nella malattia, nella paura e nella debolezza dell’uomo, come il Buon Samaritano”, sottolinea il canonista don Antonio Interguglielmi (fonte vaticanews).

 

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